Si è tenuto a Firenze, dal 9 al 13 novembre, il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale. Dopo “Evangelizzazione e promozione umana” (Roma 1976), “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini” (Loreto 1985), “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia” (Palermo 1995) e “Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo” (Verona 2006), titoli dei convegni ecclesiali precedenti, i Vescovi italiani hanno voluto questo nuovo Convegno sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.
Il 5° Convegno ha affrontato tematiche importanti, come il trapasso culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre più nella mentalità e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e valori fondamentali per l’esistenza personale, familiare e sociale.
L’atteggiamento che deve ispirare la riflessione è quello a cui richiama quotidianamente Papa Francesco: leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore che Gesù ci ha insegnato.
Sono stati più di 2500 i delegati presenti nei giorni scorsi a Firenze e tra questi, in rappresentanza della Diocesi di Teggiano-Policastro, insieme al Vescovo Mons. Antonio De Luca, hanno partecipato Don Tonino Cetrangolo, don Elia Guercio, don Giuseppe Radesca, Don Luciano La Peruta e Rosetta Paladino.
“L’incontro di Firenze, più che la celebrazione di un convegno, è stato un evento che ha segnato la vita della Chiesa italiana. Siamo giunti all’incontro di Firenze attraverso un lungo cammino di preparazione e, dopo Firenze, ci aspetta un percorso di impegno e di approfondimento attraverso le suggestioni che sono maturate durante il convegno – ha spiegato Mons. Antonio De Luca alla nostra redazione – Abbiamo riflettuto sulle grandi responsabilità della Chiesa italiana attraverso le cinque vie: uscire, educare, annunciare, abitare, trasfigurare. Tutto questo ci ha permesso di sognare una Chiesa in continuo movimento, in ascolto delle realtà del nostro tempo”.
“L’incontro con Papa Francesco ci ha indicato il vero senso dell’umanesimo, che deve passare attraverso l’umiltà, la generosità e le Beatitudini. Il Santo Padre non ha omesso di indicarci anche i pericoli, le tentazioni nelle quali la Chiesa può incorrere: la tentazione di affidare tutto ad un’organizzazione quasi “strategica”, quella che il Papa chiama “l’eresia del pelagianesimo”, e la tentazione della gnosi – ha sottolineato – Non è il rispetto delle norme e delle procedure in maniera sterile che possono garantire l’annuncio del Vangelo che si fa umanesimo, ma è la grazia del Signore, la conversione del cuore”.
“Umanesimo significa nuova umanità, incontro con la grazia, l’umanesimo è soprattutto conversione. La Chiesa a Firenze, ritrovandosi con tutti i comitati organizzativi, con i Vescovi, gli operatori pastorali, i sacerdoti, i laici, ha preso consapevolezza di dover riprendere la strada del servizio, dell’amicizia sociale per edificare il bene comune – ha concluso il Vescovo – La Chiesa di Firenze riparte non contro qualcuno, ma accanto ad ogni uomo e ad ogni donna di buona volontà in una sfida educativa che fa costruire nuovo impegno e nuovi orizzonti. E’ stato bello anche ascoltare i giovani presenti, che chiedono di poter essere accolti non con preoccupazione, ma considerati come gli esploratori delle nuove vie”.
– Filomena Chiappardo –