Sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico, diffondere la conoscenza dei rischi e sensibilizzare sulle vulnerabilità dei territori attraverso l’esperienza, memorie storiche degli eventi, il racconto e la condivisione delle conoscenze. Questo è stato, per l’undicesimo anno consecutivo, “Io Non Rischio”, la campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile che, per la prima volta, ha visto come piazza fisica organizzata per l’evento quella di Balvano, una delle due lucane insieme a Matera.
Una scelta non a caso quella di Balvano, paese simbolo del sisma di 41 anni fa. Una manifestazione che ha visto l’organizzazione in contemporanea in altre 200 piazze fisiche di tutta Italia e in 300 spazi formativi e informativi sui social. A Balvano l’appuntamento in via Giovanni Paolo II, con i volontari della locale Protezione Civile che hanno incontrato i cittadini divulgando informazioni utili sui comportamenti da adottare in caso di terremoto e facendo comprendere i concetti chiave per la mitigazione del rischio.
Oltre ai volontari balvanesi, in tutta Italia l’iniziativa ha visto l’impegno di circa 3000 volontari, grazie all’organizzazione e alle idee progettuali delle associazioni, del Dipartimento della Protezione Civile con Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Reluis (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica), Fondazione Cima (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale), Centri di Competenza del Dipartimento, Regioni, Province Autonome e Comuni. In piazza a Balvano anche la visita del sindaco Ezio Di Carlo e del parroco don Saverio Papicchio.
“Con le nostre piazze – ha dichiarato Antonio Casciano, presidente dell’associazione – vogliamo comunicare a tutti i concetti di prevenzione e buone pratiche di protezione civile, con la certezza di poter limitare i danni che sono stati vissuti precedentemente. Questa iniziativa di Balvano è stata resa possibile solo grazie al duro lavoro dei volontari dell’associazione che hanno preparato il tutto come se vivessero un’emergenza. Per questo motivo li ringrazio vivamente”.
Si è dimostrato che ad essere fondamentale per la campagna, anche quest’anno, è il ruolo attivo dei cittadini che si sono informati avvicinandosi ai gazebo. La campagna si pone come obiettivo quello di creare comunità sempre più resilienti attraverso la conoscenza e la cura dei territori, la consapevolezza dei rischi e delle buone pratiche di protezione civile.