A seguito dei recenti eventi che hanno colpito il Vallo di Diano in materia di inquinamento ambientale e criminalità organizzata, singoli e gruppi associativi si sono uniti allo scopo di avviare un piano di attivazione condiviso per la salvaguardia e la tutela del territorio. Ieri, dopo due assemblee organizzate dall’Unione degli Studenti Vallo di Diano, si è costituita la rete R.E.S.T.A. (Rete Ecologia Salute Territorio e Antimafia) a cui hanno aderito le varie esperienze di attivismo e promozione sociale presenti sul territorio, ma anche esperienze affini e solidali, persone singole, comitati e associazioni.
“L’operazione Shamar, sventata il 12 aprile – spiegano – si aggiunge ad un trascorso di circa trent’anni di devastazione subita silenziosamente, con superficialità e disinteresse, senza rendersi conto che il Vallo di Diano è ormai a tutti gli effetti un luogo strategico e una miniera d’oro per la criminalità organizzata“.
Consapevoli che l’ambiente che ci circonda rappresenta un bene comune, che è compito delle Istituzioni garantire la qualità della vita osservando una legislazione ambientale specifica, che è compito dell’intera cittadinanza sollecitare azioni che contrastino i fenomeni di ecomafia, RESTA ha inviato un documento a Regione, Provincia, Asl Salerno, Conferenza dei Sindaci del Vallo di Diano, Comunità Montana e Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano.
Tra le richieste quella di far aggiornare la Banca Dati presente nella Delibera della Giunta regionale n. 685 del 30 dicembre 2019 e realizzare le analisi tecniche e ogni azione necessaria per bonificare e ripristinare i terreni contaminati o potenzialmente contaminati, ma anche di avviare la successiva analisi delle aree limitrofe ai terreni coinvolti e il monitoraggio per l’intero corso del fiume Tanagro dalla sorgente anche con una collaborazione delle Università. Si chiede anche di promuovere obbligatoriamente lo screening di massa per la prevenzione dei tumori più diffusi sul territorio: operazione da realizzare in collaborazione con l’Asl di riferimento, favorendo l’aggiornamento del Registro dei Tumori territoriale per esaminarne con puntualità l’incidenza.
La Rete RESTA chiede alle Istituzioni, inoltre, di approvare una delibera di Consiglio da parte di tutte le Amministrazioni comunali che dichiari di mettere in atto tutte le azioni contro ogni forma di criminalità organizzata, di istituire un Osservatorio Permanente contro le Mafie e Commissioni a tutela dell’ambiente in tutti i Comuni del Vallo di Diano composte dai delegati all’ambiente, da specialisti che possano offrire consulenze, nonché dai membri della società civile organizzati nella tutela ambientale.
– Chiara Di Miele –