Scatta il daspo urbano per una band cilentana dopo un concerto a Valle dell’Angelo.
I tre capaccesi, Aldo Matrone, Gerardo Chiavazzo e Cosimo Panico, formano la band Only Smoke Crew. Il trio si è visto recapitare il divieto di rientro a Valle dell’Angelo, della durata di un anno, per “inneggiamento all’uso di marijuana”.
Un provvedimento che ha lasciato increduli i tre giovani ma soprattutto per il fatto di essere stati definiti “soggetti socialmente pericolosi”. I fatti risalgono allo scorso 29 aprile, il giorno in cui gli Only Smoke Crew hanno preso parte come ospiti ad un festival musicale.
“Abbiamo eseguito il nostro abituale spettacolo – ci racconta Aldo – di circa 20 minuti. Abbiamo mostrato uno spinello gonfiabile e regalato al pubblico bustine contenenti velina verde, per emulare la marijuana”.
“A fine spettacolo siamo stati avvicinati dalle Forze dell’Ordine e qui – continua – hanno requisito una delle bustine con dentro un QR Code che riporta ai nostri social. In seguito ci è stata riconsegnata dopo il dissequestro perché, appunto, non c’era nulla. Il 6 giugno ci viene data una seconda carta, questa volta dalla Questura di Salerno, secondo cui, per i fatti elencati, venendo identificati come ‘soggetti socialmente pericolosi’ ci è stato fatto divieto di rientro nel Comune di Valle dell’Angelo per un anno, pena da 1 a 6 mesi di arresto”.
Il trio non ci sta: “Abbiamo dei brani,’Fatti dei fatti’ e ‘Welcome to my paradise’ che vengono eseguiti anche con un siparietto, tra il comico ed il teatrale. Nel primo brano nella scenetta c’erano tre personaggi: un pusher, un poliziotto ed un acquirente, alla fine fanno pace – aggiunge Aldo – abbiamo fatto ricorso ma il Prefetto l’ha rigettato, nonostante i pareri di Questura e Tribunale si invalidino tra loro. E’ tutto davvero assurdo, non ci stiamo ad essere etichettati come delinquenti”.
Il gruppo, infatti, avrebbe voluto far passare un messaggio sociale legato alla legalizzazione della marijuana: “Una parte del nostro brano riporta all’utilizzo in caso di gravi sintomi di malattie – conclude Aldo – attraverso la leggerezza abbiamo voluto solo lanciare un messaggio che è stato censurato. Eviteremo di continuare la lotta legale per i costi esagerati ma, davvero, è stata un’ingiustizia”.