L’importanza della prevenzione è un concetto sempre più diffuso e fondamentale. Ad oggi, nonostante tecniche innovative, abitudini dannose e stili di vita errati continuano a minare la salute del cuore, facendo crescere le patologie cardiovascolari. Tra la più nota, l’infarto, un malessere che se non curato in tempo può trasformarsi in dramma. Ne abbiamo parlato con Michele D’Alto, medico cardiologo dell’Ospedale Monaldi di Napoli, originario del Vallo di Diano.
- Dottor D’Alto, quali sono i soggetti più colpiti da eventi cardiovascolari?
Si stima che ogni anno in Italia 160.000 persone vengano colpite da infarto miocardico e 200.00 da ictus. E’ bene precisare che il rischio cardiovascolare si può ridurre, ma non azzerare del tutto. In altre parole non esiste una situazione ideale in cui il rischio cardiovascolare è zero. Il profilo di rischio individuale, però, aumenta in maniera continua con l’avanzare dell’età, aumenta con la familiarità (per esempio avere parenti che abbiano avuto un infarto o ictus prima dei 55 anni se uomini e di 65 se donne aumenta statisticamente il rischio) e dipende dai fattori di rischio presenti.
- Quali i fattori di rischio maggiori?
Ci sono alcuni fattori di rischio non modificabili, ad esempio l’età, la familiarità, il sesso maschile (gli uomini sono più colpiti delle donne dalle malattie cardiovascolari). Ce ne sono, altri, invece, che sono modificabili e sui quali si può agire per fare prevenzione: il fumo, l’ipertensione arteriosa (la pressione alta), il diabete, l’ipercolesterolemia, l’obesità.
- Come si possono prevenire le malattie cardiovascolari e quali i consigli per una corretta prevenzione?
Un corretto stile di vita contribuisce in maniera decisiva a prevenire le malattie cardiovascolari. Il primo modo per fare prevenzione è smettere di fumare: pochi anni dopo aver smesso il rischio cardiovascolare si riduce in modo significativo. Un altro modo è seguire un’alimentazione sana: quantità di cibo non eccessive, molto pesce, frutta, verdura, carni bianche ed uno scarso apporto di sale, cibi grassi, carni rosse. In questo modo i valori di pressione arteriosa e colesterolemia si riducono. Infine, svolgendo un’attività fisica regolare. L’esercizio fisico migliora la performance cardiovascolare e contribuisce a contenere l’aumento di peso. Non è necessario fare attività particolarmente faticose: basta rinunciare un po’ all’auto e camminare a passo svelto per 30 minuti al giorno o salire le scale a piedi.
- Come riconoscere un infarto?
Il classico sintomo dell’infarto è il dolore o oppressione localizzata al centro del torace. Non dura pochi secondi ma alcuni minuti o anche un’ora. Spesso si irradia al braccio o alla spalla sinistra, alla schiena, al collo, alla bocca dello stomaco. A volte il sintomo è più subdolo e può trarre in inganno perché si presenta con affanno intenso (dispnea), debolezza, dolore “allo stomaco”.
- Cosa fare nei primi istanti in cui si attende l’arrivo dei soccorsi?
Bisogna considerare che il fattore tempo è un elemento determinante se si vuole arginare il danno provocato da un infarto. La miglior cosa da fare è mantenere la calma, contattare rapidamente il 118 e, se possibile, masticare e ingoiare un’aspirina da 325 mg senza rivestimento gastro-resistente (utile soprattutto nei primi 30 minuti). L’aspirina impedisce la formazione di coaguli e ritarda l’occlusione delle arterie coronarie. Se si è da soli è consigliabile chiamare aiuto e non andare da soli in ospedale guidando.
– Claudia Monaco –