Nuova ordinanza del Tribunale del Riesame di Potenza sull’inchiesta che un mese fa portò all’arresto di 16 persone nell’ambito dell’inchiesta “Black Gold” a Ruoti. I giudici della sezione Riesame, presidente Aldo Gubitosi, hanno disposto la revoca della misura coercitiva di presentazione alla Polizia Giudiziaria nei confronti dell’indagato Giuseppe Teta, imprenditore di Balvano, finito nell’inchiesta.
Teta ha ottenuto anche il dissequestro e, quindi, la restituzione degli oggetti sequestrati durante una perquisizione, vale a dire due telefoni cellulari, alcune agende personali e altri documenti inerenti all’attività lavorativa. A difendere Teta è l’avvocato Antonio Macellaro, la cui tesi difensiva è stata accolta in pieno in sede di Riesame.
Il legale aveva già ottenuto, con provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari il 15 febbraio scorso, l’annullamento degli arresti domiciliari con la sostituzione di una misura meno restrittiva, quale la presentazione alla Polizia Giudiziaria. Adesso è libero, in attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, se la sua posizione verrà archiviata o verrà disposto il rinvio a giudizio. Al momento, però, con questo ultimo provvedimento si alleggerisce la sua posizione.
Ricordiamo che l’arresto nei confronti di Teta era scattato a seguito dell’accusa mossa dal Pubblico Ministero, in concorso con Angelo Salinardi e Rosario Famularo, circa una cessione di denaro da parte dell’imprenditore a Salinardi, “in cambio – si legge nelle carte delle indagini – del compimento atti di contrari ai doveri d’ufficio, in parte posti in essere dal nipote Famularo, anch’egli pubblico ufficiale in quanto responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Ruoti. Con il versamento di una quota mensile a Salinardi quale compenso per aver ottenuto provvedimenti tanto illegittimi quanto vantaggiosi per la sua cooperativa”.
L’indagine denominata “Black Gold” riguarda due filoni di inchiesta portati avanti dalla Procura di Potenza. Il primo, che vede come parte offesa il sindaco di Ruoti, Anna Maria Scalise. Secondo gli investigatori oggetto di una serie di atti e iniziative tese a costruire su di lei una vera e propria macchina del fango per costringerla a dimettersi e farsi da parte insieme alla sua Amministrazione. L’altro filone delle indagini riguarda una serie di presunte attività imprenditoriali. Attualmente, dei 16 arrestati, solamente due sono ancora agli arresti domiciliari, vale a dire Angelo Salinardi e Pierluigi Mario Saponara.