È stato inaugurato a Montesano Scalo il Centro di Fraternità “Un’Ala di riserva”. La nuova realtà, che si trova nella sede dell’ex ITT, è stata curata dall’associazione di promozione sociale “La Lampara-Vele e Sogni” sostenuta dal parroco don Donato Ciro Varuzza.
Il Centro è una porta aperta che accoglierà, incontrerà e ascolterà quanti sono in difficoltà con diverse attività. Ci saranno servizi di messa alla prova e di giustizia riparativa rivolti ai giovani, attività aggregative e di inclusione per gli anziani, uno sportello psicopedagogico per le situazioni più delicate e difficili legate alle problematiche del mondo giovanile. Contestualmente, inoltre, nella stessa sede sarà riaperto anche il Centro per i Disabili, ex Centro Iris, chiuso ormai da qualche tempo. Un Centro che richiama, ancora una volta, l’opera di don Tonino Bello, anche attraverso la scelta del nome, “Un’Ala di riserva”, che fa riferimento ad una preghiera del Vescovo venerabile.
“Un piccolo desiderio dei giovani che diventa sogno di comunità – ha affermato don Donato – lo scopo è ridare ali a chi le ha perse. Tutto ciò che troverete qui è frutto della Provvidenza. Abbiamo pensato ad un approccio fondamentale in cui tutta la comunità si prende cura di tutti. Sarà un posto per persone speciali: speciali perché hanno il sorriso, la gioia di vita nonostante tutto mentre noi alle prime sfide abbiamo voglia di mollare. Queste persone sono i ‘principi dell’Universo’, come dice don Tonino Bello, principi che stanno nelle regge delle loro difficoltà e sognano una possibilità. Ci sarà un centro psicopedagogico come palestra di vita per giovani adulti che devono mettersi alla prova dopo il Tribunale, attività motorie e aggregative per anziani, attività artistiche. Sarà una casa di tutti, una palestra che allenerà alla fraternità”.
Presente al taglio del nastro il Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, S.E. Mons. Antonio De Luca, che ha benedetto i locali: “Voglio dire grazie a don Donato per quanto riesce a realizzare, spesso con mezzi esigui, e laddove noi vediamo difficoltà lui riesce a sdrammatizzare – ha affermato – Nella società purtroppo è presente la malattia del nichilismo, del nulla, che leva la voglia di sperare, di vivere e sprofonda in un non senso. C’è un antidoto però: dare il meglio. Questo luogo mi auguro che possa diventare iniezione di vita senza pregiudizi, senza ossessioni ed esprimere una nuova forma di solidarietà. Solo insieme sarà possibile abbattere questo fantasma”.
Parole di apprezzamento anche dal sindaco Giuseppe Rinaldi: “Il rischio che il nulla trionfi è sempre dietro l’angolo. Se c’è una cosa che nel nostro territorio è ancora presente, nonostante le mille privazioni, è il senso di riconoscere l’altro con senso fraterno. Nella Rivoluzione Francese si pensava che la fraternità fosse un’ideologia che in realtà portò inevitabilmente sangue ma in realtà è incontro, forza e comunione di idee”.