“La Campania è una delle regioni italiane con la maggiore incidenza di sinistri mortali sul lavoro: i dati sono assolutamente allarmanti e collocano la nostra regione tra le peggiori aree del Paese. Occorrono misure urgenti e investimenti per potenziare le politiche di prevenzione e garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro”. A lanciare l’allarme ed invocare azioni specifiche ed incisive è il presidente di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi.
“Già nel giugno scorso – aggiunge Lombardi – denunciammo l’allarmante controtendenza del dato regionale con la Campania tra le peggiori regioni italiane non solo per numero di sinistri ma soprattutto per incidenza di eventi mortali. I primi dati del 2019 relativi al primo semestre confermano purtroppo questo allarmante trend”.
La relazione annuale Inail relativa all’anno 2018, pubblicata nel giugno scorso, evidenzia in Italia una lieve diminuzione rispetto al 2017 degli incidenti sul lavoro. In Campania, tuttavia, la medesima indagine rileva un incremento delle denunce dell’1% rispetto al 2017, peraltro a conferma di un trend di crescita praticamente costante, senza interruzioni, dal 2015. Dati ancora peggiori emergono relativamente alle denunce di infortunio con esito morale: 93 nel 2018, il 33% in più rispetto all’anno precedente, con un +9% in più nel quinquennio 2014-2018 (il medesimo dato su scala nazionale, era del +6% su base annua e del 3% rispetto al 2014).
“Non possiamo quindi che ribadire ancora una volta – commenta il presidente di FederCepi Costruzioni – l’assoluta necessità di investimenti e politiche di prevenzione e sicurezza vere, incisive ed efficaci. Occorre incrementare gli investimenti ma soprattutto canalizzarli verso strategie di formazione e prevenzione vera, non di orpelli e di adempimenti burocratici. La sicurezza, soprattutto nei cantieri edili, non deve rappresentare un complesso di adempimenti evidentemente infruttuosi, ma un’azione organica, strutturata e concreta che abbracci dispositivi di sicurezza sul posto di lavoro, ma anche sensibilizzazione, formazione e prevenzione. Bisogna promuovere e favorire la cultura della sicurezza, che le crescenti condizioni di precarietà minano dalle radici. Lo Sblocca cantieri non si muove nella giusta direzione, favorendo appalti liberi e massimo ribasso, vale a dire incentivando lavoro precario, insicuro, irregolare, instabile proprio in un settore, quello dell’edilizia, in cui i pericoli sono sicuramente più elevati”.
– Claudia Monaco –