Hanno preso il via in carcere gli interrogatori di garanzia degli ex amministratori coinvolti nell’inchiesta “Kamaraton” che ha condotto all’esecuzione di 12 misure cautelari e 19 perquisizioni a carico di persone appartenenti all’Amministrazione comunale di Camerota fino al 2017.
Ad essere ascoltati dal Gip Marotta l’ex sindaco Antonio Romano e l’ex assessore comunale Rosario Abbate. Il legale di Romano, l’avvocato Marco Fimiani, ha fatto sapere che il suo assistito ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari, chiarendo la sua posizione. Dopo l’interrogatorio è stata accolta la revoca della misura cautelare in carcere e così l’ex primo cittadino di Camerota si trova attualmente ai domiciliari presso la sua abitazione.
Abbate, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere al Gip, ma anche il suo avvocato ha presentato richiesta di revoca dell’attuale misura cautelare. Al riguardo si attende ancora una decisione.
L’indagine della Procura di Vallo della Lucania muove da un accertamento in ordine ad una vicenda appropriativa da parte di funzionari pubblici del Comune di Camerota dei proventi della TOSAP. Dalle prove acquisite è emersa l’esistenza di un collaudato sistema basato su logiche affaristiche e clientelari per la spartizione illecita degli appalti a favore degli imprenditori amici, in un circolo vizioso i cui partecipi prosperavano a discapito dell’efficienza, trasparenza e buona organizzazione dell’azione amministrativa.
Secondo gli inquirenti a monte del sistema si staglia una vera e propria struttura associativa in grado di effettuare una indebita interferenza sull’operato dell’autorità pubblica, sovrapponendosi e perseguendo i propri fini illeciti utilizzando la struttura e l’apparato amministrativo. La struttura organizzativa dell’associazione è stata individuata nel preesistente apparato amministrativo del Comune di Camerota.
Domani saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia gli indagati ai quali è stato imposto il divieto di dimora e l’interdizione dai pubblici uffici, mentre per i tre ai domiciliari è stato disposto lo spostamento senza manette e con la scorta.
– Chiara Di Miele –
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