L’incendio in un’azienda per lo stoccaggio di rifiuti speciali tra Battipaglia ed Eboli che sabato pomeriggio ha messo letteralmente in ginocchio l’area circostante, coprendo il cielo di fumi neri e rendendo l’aria irrespirabile nelle ore successive, sta scatenando la reazione di diversi esponenti politici. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in queste ore ha rilasciato un’intervista a “Il Corriere della Sera” in cui affronta soprattutto la problematica dei roghi nella ormai tristemente nota Terra dei Fuochi e punta il dito anche contro il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Costa mette in evidenza, tra i tanti, anche l’incendio di Battipaglia. Secondo il ministro dell’Ambiente dovrebbe essere Salvini, nelle vesti di ministro dell’Interno, ad occuparsi di presidiare il territorio, anche attraverso i controlli delle Forze dell’Ordine. Ma Costa evidenzia che, mentre i rifiuti bruciavano, anche a Battipaglia, il leader della Lega era a Milano Marittima e non si è occupato di quanto stava accadendo in varie zone del Paese.
“Statisticamente – dichiara il ministro Costa –i roghi avvengono sempre alla stessa maniera. Si sa dove accendono i fuochi, a che ora, con quale modalità. Per prevenirli bisogna fare quindi degli appostamenti, e poi arrestarli e portarli in galera. Ma quelli non li posso certo fare io. È andata così a Battipaglia, a Giugliano, a Caivano. E mentre c’erano questi roghi il ministro dell’Interno non se ne occupava, era al mare o comunque non era dove serviva”.
Costa prosegue poi chiarendo che non si tratta di un attacco a Matteo Salvini ma di un appello. “Io ho fatto tutto quello che dovevo fare. E non solamente io. Nel novembre 2018 è stata istituita una cabina di regia per prevenire questo odioso fenomeno dei rifiuti tossici, e ad oggi ognuno ha fatto il suo, tranne il ministro dell’Interno – afferma -. Chiedo a Salvini di occuparsene“.
– Chiara Di Miele –
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