Gli incendi boschivi oltre ad essere pericolosi nel momento in cui si verificano, lo diventano ancora di più dopo essere stati domati perchè la distruzione della vegetazione può potenzialmente essere causa di colate di detriti devastanti. I roghi che negli ultimi giorni hanno interessato soprattutto i costoni che ricadono nel comune di Teggiano potrebbero creare seri problemi e mettere a rischio l’incolumità delle persone nei prossimi mesi.
Per capire quali sono i rischi concreti e cosa si può fare per eliminarli abbiamo intervistato uno dei massimi esperti in materia, il professor Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento pianificazione del territorio dell’Università Federico II.
“Quando su un versante colpito da un incendio c’è della vegetazione – spiega il professor Ortolani – quanto più è fitta la vegetazione tanto più è abbondante la cenere che resta sul suolo. Cenere che crea una sorta di impermeabilizzazione del terreno e quando questo versante viene investito da un nubifragio, l’acqua non riesce a infiltrarsi e comincia a scorrere sul costone, già dopo 20 metri si trasforma in una piccola colata detritica che può aumentare arrivando a valle come colata di enormi dimensioni, in grado di mettere a rischio l’incolumità delle persone, perchè durante lo scorrimento l’acqua ingloba massi e tronchi bruciati”.
Per mettere le persone al riparo dai rischi Ortolani ha elaborato un sistema particolarmente efficace:“Da anni sostengo che questi fenomeni vanno cartografati in tempo reale. Le zone colpite da incendio devono essere ubicate su una carta topografica per vedere se a valle ci sono zone abitate o strade a rischio, poi ci vuole un sistema di allarme idrogeologico che in tempo reale quando sta per iniziare un nubifragio metta in allarme chi vive in una zona a rischio. Queste aree sono delle mine vaganti per qualche mese poi, appena inizia a ricrescere la vegetazione, i rischi si eliminano”.
– Erminio Cioffi –