Nel Distretto della Corte di Appello della Basilicata “si manifesta in modo virulento la presenza di organizzazioni di tipo mafioso, dedite al traffico di stupefacenti”.
E’ questo uno dei passaggi più significativi della relazione del Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, Armando D’Alterio, presentata durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si è svolta stamani a Potenza.
“I sodalizi criminali, provenienti anche da altri distretti e operanti in sinergia con quelli del posto – ha aggiunto – operano in ogni circondario. Complessivamente, nell’area meridionale della regione si manifestano pericolosissime infiltrazioni di carattere economico-criminale delle più potenti organizzazioni mafiose campane e calabresi. Eppure nel circondario del Lagonegrese non esiste neanche un commissariato di Pubblica Sicurezza”.
Il Procuratore ha poi evidenziato come per i reati di competenza della Dda “l’azione penale è cresciuta da 15 indagati nel 2017 ai 314 imputati di oggi, così come i soggetti iscritti sono passati da 782 agli attuali 1766″.
Due, invece i punti sottolineati dalla presidente della Corte d’Appello di Potenza, Rosa Patrizia Sinisi: “E’ stato un anno molto costruttivo, sia pur di transizione, in tema di costruzione degli uffici del processo e della digitalizzazione degli atti nei quali i giovani laureati o i tirocinanti si stanno formando, ma paghiamo il turnover degli stessi. Quest’anno è dedicato ai minori. Per quanto limitata l’attività rispetto a Campania e Puglia, registriamo un aumento dei reati commessi dai minori in Basilicata, specie molestie, atti persecutori e bullismo. Reati che sono in crescita soprattutto in relazione all’uso smodato degli smartphone. E per la prima volta in regione abbiamo registrato un caso di omicidio stradale a carico di un minore”.
Nel dettaglio sono state definite al 30 giugno 2022 1.026 cause contenziose civili.
Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario hanno partecipato anche il rappresentante del Ministro della Giustizia, Vincenzo De Lisi, e un componente del Consiglio Superiore della Magistratura, Roberto D’Auria.
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