A 31 anni dalla scomparsa di Elisa Claps, nella Repubblica Democratica del Congo, ieri è stato inaugurato il presidio medico situato nel centro Don Bosco Ngangi di Goma, con una targa intitolata alla giovane potentina che aveva il sogno di diventare medico e operare in Africa.
Il progetto “Il cuore di Elisa nel cuore dell’Africa”, coordinato dal VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), è stato voluto dalla famiglia Claps per onorare la memoria della ragazza e dare seguito al suo sogno. E’ stato realizzato con una raccolta fondi partita un anno fa.
“Non potevamo immaginare regalo più bello per il nostro terzo compleanno, se non veder volare la farfalla della nostra Elisa a Goma, lì dove avrebbe voluto essere” fanno sapere dal Presidio Libera Potenza “Elisa Claps e Francesco Tammone”.
“Il progetto nasce dal sogno di Elisa – spiega il fratello della giovane, Gildo Claps -. Attraverso le pagine dei suoi diari abbiamo riscoperto mia sorella, forse come non l’avevamo mai conosciuta prima che scomparisse quel fatidico 12 settembre 1993. Elisa aveva il desiderio di diventare medico e dedicare la sua vita agli altri. Voleva entrare in un’organizzazione governativa e dedicare la propria professione di medico agli ultimi“.
Ogni mese nell’ambulatorio a lei dedicato si visitano minimo 800 persone, ma purtroppo non ci sono tutti i farmaci necessari e gli strumenti per prendersi cura della loro salute. Inizialmente c’era soltanto un laboratorio basico per curare le malattie più semplici, ma ora grazie alla memoria di Elisa esiste una struttura più complessa.
L’impegno era stato assunto lo scorso 12 settembre dopo la lettura di alcune pagine dei diari tratti dal libro “Sono io Elisa Claps” di Mariagrazia Zaccagnino e dopo l’ascolto condiviso dell’ultima puntata del podcast di Pablo Trincia “Dove nessuno guarda”. Con i fondi raccolti è stato rafforzato il dispensario medico del centro di Goma, un angolo del mondo interessato da un violento conflitto armato che ha determinato una grave crisi umanitaria. L’ultimo rapporto rilasciato da OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno di cui 3,5 milioni in una situazione di grave emergenza alimentare. Tra questi, 800mila bambini si trovano in una condizione di malnutrizione acuta e 2,1 milioni in malnutrizione moderata.