I colori di Ortega in scena a Palazzo Sant’Agostino. Inaugurata la mostra “Decalogo della Democrazia spagnola” di Josè Garcia Ortega, la prima opera realizzata dall’artista in Spagna, al rientro dall’esilio, con un permesso di due mesi. Il “Decalogo della Democrazia spagnola” si lega temporalmente al ritorno dall’esilio, ma guarda alla realtà contemporanea del suo Paese sottratto da poco alla dittatura.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Provincia, Francesco Alfieri, del Consigliere Provinciale delegato al Turismo, Pasquale Sorrentino, e del Sindaco di San Giovanni a Piro, Ferdinando Palazzo, il Direttore del Polo museale di San Giovanni a Piro e curatore artistico della mostra, Franco Maldonato, ha raccontato i 10 manifesti del “cartello” come la rappresentazione dei valori strumentali e dei valori finalistici che consentono a una democrazia di consolidarsi, ma anche l’affermazione dei valori universali della libertà e della pace, come beni supremi attraverso i quali si potrà non solo sconfiggere la morte ma anche propiziare una vita migliore.
Ortega lascia nuovamente la Spagna nel 1980 per tornare in Italia stabilendosi a Bosco di San Giovanni a Piro, dove oggi è aperto e visitabile il museo a lui dedicato e luogo della sua casa dove, ancora oggi, la famiglia trascorre i soggiorni estivi. Dichiara di aver scelto Bosco perché gli ricorda la sua amata Spagna: “Sto bene con voi, perché qui i colori sono quelli della mia terra; sono rimasto perché la pelle dei braccianti è scura e secca, come quella dei contadini spagnoli”.
Un folto pubblico ha salutato l’apertura della Mostra. Presenti, tra gli altri, Alfonso Andria, già Presidente della Provincia di Salerno, Enzo Maraio, Segretario del Partito Socialista Italiano, il Consigliere Comunale di Salerno, Rino Avella, il Vicesindaco di Camerota, Giangaetano Petrillo, il Vicesindaco di Salvitelle, Francesco Perretta, il Consigliere Provinciale, Luca Cerretani, e varie rappresentanze del mondo associativo e culturale salernitano.
Il dibattito è stato coordinato dal giornalista e scrittore Paolo Romano. Le 10 litografie resteranno a Palazzo Sant’Agostino fino al 30 gennaio.