Quando si aspetta un bambino si ha sempre paura di assumere farmaci. La salute e il benessere della mamma sono uniti a quella del nascituro, ed è fondamentale che lei stia bene e che viva l’attesa nella totale tranquillità. Si dice che in gravidanza sia meglio evitare di assumere farmaci, e quando vengono dolori come sciatalgia, mal di testa o mal di denti di non assumere antidolorifici, perché potrebbero attraversare la placenta e nuocere al feto. Non è proprio così.
Innanzitutto non bisogna credere che in gravidanza ci si debba rassegnare a soffrire. Non è necessario rinunciare a qualunque farmaco solo perché in attesa, bisogna però assumere i medicinali con cautela. Anche se quasi tutti i farmaci sono in grado di attraversare la placenta e di raggiungere l’embrione o il feto, sono pochi quelli che causano malformazioni o che possono alterare il suo normale sviluppo. Quelli più pericolosi sono soprattutto farmaci che vengono utilizzati per terapie croniche o di lunga durata come l’isotretinoina, medicinale utilizzato per il trattamento dell’acne, la talidomide, farmaco per il trattamento di alcuni tumori, l’acido valproico, antiepilettico.
Per dolori occasionali come mal di testa, un po’ di febbre, il paracetamolo è il più sicuro, e si può assumere in qualsiasi trimestre, non bisogna però assumerlo per più di 4 giorni consecutivi e non più di tre grammi al giorno, in caso contrario bisogna contattare il medico. Quando il paracetamolo non è sufficiente si può ricorrere agli antinfiammatori (ibuprofene, ketoprofene, etc), si possono assumere dal secondo trimestre, nel primo è meglio evitarli.
Nel terzo trimestre, principalmente dopo la trentesima settimana, gli antinfiammatori sono controindicati perché possono causare la chiusura di un vaso sanguigno fondamentale per la circolazione fetale, causando scompenso cardiaco e ipertensione polmonare alla nascita. In gravidanza può capitare di avere un abbassamento delle difese immunitarie e di conseguenza una maggiore sensibilità delle mucose orali causando purtroppo infezioni. I problemi dentali devono essere subito curati perché infezioni e infiammazioni sono nocive per l’andamento della gravidanza, per la salute della donna e del nascituro. I forti dolori possono stimolare anche delle contrazioni. La futura mamma può assumere antibiotici, sotto prescrizione del medico una volta informato dello stato interessante, e se occorre si può intervenire anche con anestesia locale. Gli anestetici usati per questo scopo, attraversano la placenta e raggiungono il feto solo in quantità trascurabile e vengono smaltiti rapidamente dall’organismo.
Per colpa all’aumento del peso, lo spostamento del baricentro e i cambiamenti dell’assetto del bacino, si può soffrire di pubalgia e sciatalgia. Sono causati dalla relaxina, un ormone che ha la funzione di rilassare il tessuto delle articolazioni del bacino. La pubalgia è un dolore acuto in corrispondenza del pube che si accentua quando si cammina o si allargano le gambe. La sciatalgia invece è un dolore che parte dalla schiena, dalla zona lombare per scendere alla coscia attraverso il gluteo. Quando si presentano questi problemi in gravidanza è il caso di rivolgersi ad un fisiatra o un osteopata. In questi casi il riposo è la migliore soluzione, e si può assumere anche il paracetamolo.
In caso di allergia stagionale si può assumere antistaminico, sempre chiedendo e informando il ginecologo, così da poter prescrivere quello più indicato. Per le nausee e il vomito, presenti principalmente nel primo trimestre, se non è sufficiente una variazione della propria dieta si può valutare con il proprio medico la possibilità di utilizzare l’associazione tra l’antistaminico doxilamina e la vitamina B6 (piridossina), farmaco con indicazione specifica per il trattamento della nausea gravidica. In alternativa può essere assunto un antiemetico come la metoclopramide che accelera lo svuotamento dello stomaco e che non è associato a un aumento dei rischi per il feto. Per il bruciore di stomaco è possibile assumere gli antiacidi (per esempio sali di alluminio e magnesio). Infine per la stitichezza, che è uno sei problemi più frequenti in gravidanza, è consigliato bere molti liquidi, assumere alimenti ricchi di fibre (frutta, verdura), svolgere attività fisica. In caso di stipsi molto fastidiosa, si possono utilizzare occasionalmente dei lassativi, preferendo i farmaci che non vengono assorbiti dall’intestino, come i lassativi osmotici (ad esempio macrogol, lattulosio), o quelli a base di fibre vegetali. Meglio evitare, invece, i lassativi contenenti senna, in quanto possono stimolare l’utero a contrarsi. L’importante è affidarsi ad un medico competente ed evitare persone poco aggiornate.