In commercio esistono medicinali originali e medicinali equivalenti. Spesso mi sento dire: “Mi dia l’originale che il generico non fa effetto!”. Questo dimostra che la differenza non è ben chiara. Bisogna capire cosa si intende per equivalente/generico.
Il farmaco equivalente come il farmaco originale presenta lo stesso principio attivo, stessa forma farmaceutica, stesso dosaggio e stessa via di somministrazione. I medicinali equivalenti non sono però identici agli originali: possono avere, per esempio, una differente composizione in eccipienti o essere formulati con una diversa tecnologia farmaceutica. Tuttavia sono prodotti di pari valore (equivalenti, appunto) degli originali e bioequivalenti (se somministrati in dose identica all’originale non presentano differenze significative in termini di efficacia e sicurezza).
Quindi dal punto di vista terapeutico sono “equivalenti” e si possono utilizzare in sostituzione. Per questo il termine “generico” è limitativo e fuorviante perché viene percepito come simile ma non uguale al medicinale di riferimento, quindi è più corretto chiamarli farmaci equivalenti. I farmaci equivalenti possono essere messi in commercio quando la specialità medicinale di marca non è più coperta da brevetto. Il farmaco equivalente è più economico del farmaco di marca, non perché non abbia la stessa efficacia, ma perché non deve affrontare le spese di ricerca e per commercializzarlo non ci sono spese di promozione perché la molecola è già ampiamente conosciuta.
Ciononostante, ci sono voci che bisogna smentire. Gli equivalenti non hanno il 20% in meno di principio rispetto all’originale, per legge il principio attivo deve essere quantitativamente e qualitativamente uguale. Gli equivalenti sono sicuri al pari degli originali, devono possedere i prerequisiti di qualità, sicurezza ed efficacia per ottenere una Autorizzazione all’Immissione in Commercio, come qualsiasi farmaco sia che si tratti di un medicinale innovativo, un medicinale di marca o un medicinale equivalente. Si riconosce un equivalente perché sulla scatola è presente la dicitura MEDICINALE EQUIVALENTE.
Il farmacista per legge deve informare il cittadino della possibilità di sostituire il medicinale prescritto dal medico con un generico corrispondente. Poi il cittadino è libero di accettare di sostituirlo o no. È giusto che si sappia che esistono possibilità meno costose ed efficaci alla stessa maniera.