In questo periodo di ferie al mare, spesso ci si spalma al sole come delle lucertole. A quanti di noi, se non adeguatamente protetti, sarà capitato di scottarsi? Quando ci esponiamo al sole pensiamo sempre al bel colorito abbronzato che otterremo a fine giornata, ma in realtà i raggi ultravioletti che arrivano sulla terra sono i responsabili del fenomeno di invecchiamento cutaneo che causa alterazioni del tessuto elastico, del collagene e del derma. L’eritema solare ne è la diretta conseguenza.
Si manifesta con arrossamenti e prurito generale, dovuto alla lunga e cattiva esposizione al sole. Non è altro che una lesione della pelle dovuta ad una infiammazione che crea una vasodilatazione dei capillari sottocutanei (quelle lineette rosse che si vedono a volte sulla pelle) causando prurito, secchezza, bruciore, gonfiore e formazione di bolle. Spesso la causa è un’allergia al sole “cattivo” e viene detta dermatite polimorfa solare. Si manifesta con chiazze più o meno estese su tutto il corpo e successivamente con desquamazioni e discromie (fenomeno comunemente chiamato “spellare”).
I fattori di rischio sono vari, alcuni già detti negli articoli precedenti. Ad esempio i prodotti contenenti profumi e i disinfettanti, che sono ricchi di alcol, i farmaci come antibiotici, antidolorifici (le creme a base di ketoprofene), i farmaci per l’ipertensione con il diuretico. La presenza di lesioni sulla pelle, come la pelle irritata dal rasoio, possono rendere la zona ancora più sensibile causando eritemi.
Spesso sento dire che ci si scotta anche con la crema, bisogna capire quanta se ne utilizza e come. Per far si che sia efficace bisogna applicarne 2 mg per centimetro quadrato, prima di scendere in spiaggia e anche appena arrivati e poi ripetere l’operazione frequentemente, almeno ogni due ore. Secondo alcuni studi se ne applica da metà ad un quarto di quanto ne serve davvero, per questo è bene applicarne tanta e spesso. Un’altra cosa da capire è il fattore di protezione SPF (Sun Protection Factor): non esiste una protezione totale dai raggi UVB (i raggi “dannosi”), ma ogni protezione ne scherma una certa quantità. La protezione 15 protegge dal 93% dei raggi UVB, la 30 protegge dal 97%, la 50 dal 98% mentre la 100 dal 99%.
Un altro importante valore da considerare è il PAO (Period After Opening) che è il periodo indicativo entro il quale è consigliato utilizzare il prodotto cosmetico. Con il solare, rispetto agli altri cosmetici, bisogna avere maggiore attenzione, perché tenendoli al sole, ad alte temperature, si riduce con il tempo la loro efficacia.
Un altro mito da sfatare è che non ci si scotta quando si è già abbronzati: la pelle con l’abbronzatura è protetta ma davvero poco, ha una copertura come se avessimo la crema perché la nostra pelle ha risposto al sole con l’abbronzatura, ma equivale ad una protezione 6, molto bassa, quindi la crema solare va applicata sempre, anche della giusta protezione in base al nostro fototipo.
In caso di eritema bisogna avere delle accortezze: innanzitutto bisogna raffreddare la zona con acqua corrente, non applicare il ghiaccio altrimenti si rischia lo shock termico; bisogna evitare di esporsi al sole nei giorni seguenti, se non è possibile coprire la zona con indumenti anti UV (costituiti da particolari tessuti che bloccano il 90% dei raggi dannosi); applicare sempre il solare più volte; applicare prodotti specifici lenitivi, conservandoli in frigo così da provare maggiore sollievo quando si applicano, ed evitare creme molto grasse che fanno da barriera; è possibile lenire il rossore e il prurito con una crema a base di aloe vera oppure all’eucalipto che sono un vero toccasana. In caso il prurito non dovesse passare si può applicare una crema antistaminica sulla zona interessata, in modo da ridurre i sintomi. Se non avete nulla da applicare per ridurre il fastidio e il dolore si può ricorrere ad un vecchio metodo della nonna, la mollica di pane. L’amido contenuto nel pane ha un effetto lenitivo sulla pelle, bisogna sbriciolare un po’ la mollica e reidratarla in acqua, strizzarla e lasciare in posa sulla parte infiammata per circa un’oretta. Un altro metodo prevede l’utilizzo di una patata: grazie alla presenza di solanina è in grado di migliorare la cicatrizzazione dei tessuti e calmare velocemente il bruciore delle scottature. In caso di ustione grave, con comparsa di vescicole, non bisogna forarle in autonomia, ma rivolgersi ad un dermatologo. Ogni scottatura aumenta il rischio tumorale, la prevenzione salva la pelle e la vita.