Ogni mese, più o meno puntuale, le donne hanno il ciclo mestruale che coincide con il primo giorno di mestruazioni. Si ha l’eliminazione della cellula uovo non fecondata insieme al flusso del sangue e alle secrezioni mucose provenienti dallo sfaldamento e dall’espulsione dell’endometrio (il tessuto che riveste l’interno della cavità uterina).
Dalla pubertà e fino alla menopausa, in condizioni normali, la donna produce una cellula uovo matura ogni mese. Quasi tutte le donne hanno diversi disturbi che accompagnano il flusso mestruale, uno di questi è il dolore, a volte tanto forte da ridurre qualitativamente la vita per uno o più giorni al mese.
I sintomi possono essere dolore pelvico e alla schiena, crampi alla pancia, disturbi gastrointestinali, mal di testa, spossatezza a volte da costringere la donna a restare a letto e a ricorrere a farmaci. Questi sintomi sono chiamati dismenorrea e ne esistono due tipi. La dismenorrea primaria è caratterizzata da un ciclo mestruale doloroso in assenza di una patologia mentre la secondaria rappresenta diverse patologie pelviche come per esempio l’ovaio policistico, il fibroma uterino o addirittura l’endometriosi.
La dismenorrea primaria sembra essere dovuta ad un’eccessiva produzione di prostaglandine (mediatori del processo di infiammazione) da parte del corpo che causano un’infiammazione a livello pelvico durante la fase del ciclo mestruale. Spesso si prescrive la pillola anticoncezionale per tollerare i sintomi ma con la sospensione possono ripresentarsi. Esistono alcuni metodi, come lo yoga o l’attività fisica, che possono essere associati ad un trattamento farmacologico.
L’assunzione del magnesio, almeno una settimana prima del ciclo, ha un’azione antispastica e rilassante sull’utero; la borsa dell’acqua calda posizionata sul basso ventre aiuta ad alleviare i dolori; un’alimentazione ricca di vitamine e povera di grassi aiuta a ridurre l’infiammazione in atto; l’assunzione di antinfiammatori, come l’ibuprofene, aiuta a ridurre i dolori. Meglio non assumere un’aspirina per i dolori, perché essendo anche un anticoagulante può aumentare il flusso. Se il dolore persiste per più di tre cicli consecutivi, anche seguendo una terapia antidolorifica, bisogna consultare un ginecologo per valutare il problema.