Il saturimetro, o pulsossimetro, è uno strumento diagnostico che in questo momento sta avendo un enorme successo. Con saturazione di ossigeno ci si riferisce alla quantità di emoglobina satura, cioè legata ad un gas, presente nel sangue. Il gas più presente nel sangue, in soggetti senza intossicazione gassosa, è l’ossigeno.
La misurazione è un metodo non invasivo e indolore, adatto per ogni tipo di soggetto, dai neonati agli anziani. Grazie alla semplicità di utilizzo del saturimetro è possibile procedere facilmente con la rilevazione anche da casa. L’utilizzo del saturimetro è davvero semplice: è una specie di pinza che si applica sul dito. È composto da una sonda, che ha il compito di effettuare le rilevazioni, e da due sensori che generano raggi luminosi con lunghezza d’onda differenti. La sonda luminosa è in grado di calcolare la percentuale di ossigeno legato all’emoglobina.
Tramite un piccolo monitor viene visualizzata la saturazione e la frequenza cardiaca. Su questo schermo si possono trovare, in base ai modelli, dei dati con dei valori: l’SpO2 indica la saturazione di ossigeno dell’emoglobina; il bpm indica il numero di battiti al minuto (nell’adulto sano e a riposo è compreso fra 60 e 85 bpm); il PI è l’indice di perfusione, un valore numerico che indica l’intensità della pulsazione nel punto in cui viene posizionato il sensore, è un valore relativo che varia da persona a persona ed anche in base alla zona in cui viene posto, per valori superiori al 4% la misurazione della saturazione è ritenuta attendibile.
In condizioni di buona salute i valori normali della saturazione di ossigeno dovrebbero essere superiori al 95%. Nello specifico i valori ottimali sono quelli compresi tra il 97-98%. Valori più bassi stanno ad indicare che si ha una ridotta ossigenazione del sangue (leggera ipossia). Sotto il 90% si considerano valori non fisiologici e indicano una grave mancanza di ossigeno.
In questo periodo viene consigliato l’utilizzo da molti medici perché la polmonite da Covid-19 porta ad una diminuzione del livello di ossigeno (saturazione), senza che il paziente se ne renda conto. Per questo chi è positivo o sospetta di esserlo (con o senza sintomi) è bene che ne possegga uno in casa.
Bisogna avere delle accortezze al momento della misurazione: non essere in stato di agitazione o in movimento, poiché influenza lo strumento nella rilevazione delle onde generate; sulle unghie uno smalto troppo spesso come un gel o semipermanente può schermare la lunghezza d’onda generata dalla sonda; le dita non devono essere fredde, perché il freddo può rallentare la circolazione ai polpastrelli e dare un valore distorto. Quando si procede con la rilevazione della saturazione dell’ossigeno nel sangue è buona cosa ricordare di questi accorgimenti al fine di assicurare una corretta misurazione.
Nonostante il saturimetro risalga all’inizio del secolo scorso, lo sviluppo tecnologico del dispositivo ha permesso di avere a portata di mano questo strumento fino ad arrivare agli smartwatch e ai wearable, che possono misurare il tasso di SpO2 e la frequenza cardiaca, anche se con minore precisione rispetto ad uno strumento professionale possono dare un’importante indicazione sullo stato di salute.