JESSICA: “Nella mia impresa penso di aver portato i miei viaggi. Ogni viaggio mi ha lasciato qualcosa di unico e forte e per non dimenticarlo ho cercato di portarlo nel mio lavoro”.
MICHELA RUSSO: “Il tipo di attività, a partire dalla forza lavoro e fino alla clientela, è da sempre di prevalenza maschile, e nel nostro caso anche la composizione societaria lo era. Quindi il mio arrivo ha rappresentato già da sé una novità. La gestione d’impresa con un’ottica diversa, con le attenzioni e la cura che noi donne riserviamo a tutto ciò che intraprendiamo, ha reso completa la conduzione aziendale. La mia idea futura di impresa al femminile è già attuale, dando spazio in azienda alle donne, ovviamente per le mansioni per cui è possibile. Infatti, il reparto amministrativo di cui sono a capo è costituito già da donne”.
ROSARIA: “Sicuramente c’è un po’ di me nell’azienda: sono più di 25 anni che sto qui e prendo decisioni importanti per l’azienda tutti i giorni. Sono l’unica donna in mezzo agli uomini e sono quella col pugno duro: quando dico una cosa, infatti, difficilmente cambio idea mentre i “miei uomini”, qui, sono facilmente condizionabili. Nell’ultimo anno mi sono occupata del rebranding dell’azienda, cambiato logo e confezione al nostro prodotto. Trovavo dopo più di 20 anni un logo e una confezione obsoleti, doveva esserci un cambiamento, dovevo far trasparire un’azienda contemporanea con nuovo stabile e nuove tecnologie, un aspetto moderno insomma. Idea di impresa femminile? Beh, non mi piace molto la distinzione tra maschi e femmine sul lavoro, nel senso che ognuno deve fare il suo dovere allo stesso modo. Certo è che la maggior parte delle donne che lavorano sono sempre più penalizzate in quanto il nostro lavoro non finisce mai, a casa si continua ma non voglio essere banale e dire cose ovvie. Purtroppo, però, è forse per questo che una donna su tre non lavora proprio, non ha nemmeno un conto in banca. In Italia ho letto che abbiamo molte imprenditrici e lavoratrici autonome e di questo sono contenta perché significa che riusciamo sempre di più a trovare un equilibrio tra responsabilità familiari e professionali. Per questo si denota come le donne hanno talento e visione nel fare impresa, forse più dei maschietti”.
CONCETTA: “Più che portare un po’ di me, credo che per ogni imprenditore vi sia un meccanismo di ‘identificazione’ (a volte anche pericoloso) tra il sé e l’azienda. Per il futuro immagino un’impresa senza aggettivi oltre a etica, sostenibile, leale… senza aggettivi di genere insomma”.
ANNACHIARA: “Spero di aver portato qualche idea innovativa ma è ancora troppo presto per dirlo! Non ho un’idea di impresa al femminile, per il futuro mi auguro semplicemente che esista parità di genere, senza il divario tra donna e uomo. Spero che vada avanti chi ha le competenze giuste, chi se lo merita insomma, tralasciando il genere, e che ci siano eguali stipendi. Mi auguro infine che nessuno più pensi che ricopriamo alcune cariche solo perché ‘ci hanno messe lì’ ma solamente per le nostre capacità”.
MICHELA IMPARATO: “Nell’azienda sono sempre me stessa: la mia precisione, oltre che nella vita privata, la porto soprattutto nel lavoro. Per il futuro di impresa al femminile vedo donne a capo di aziende che sanno cosa vogliono e che si pongono obiettivi da raggiungere. Come per decenni sono nate e si sono sviluppate imprese con a capo degli uomini, nel futuro vedo lo stesso ma con delle donne”.
ERIKA: “Con il mio ingresso in azienda ho cercato di applicare tutti i consigli assorbiti da mio padre, cercando di migliorare il punto di vista organizzativo. La Cardinale group nel settore della termoidraulica è una delle aziende più storiche, per cui ho voluto perfezionare un servizio che potesse legare ancora di più il cliente a noi. La mia azienda, l’Aeffe services, è un’azienda giovane ma molto sviluppata e tutto questo è anche merito di un grande valore che ci contraddistingue: l’umiltà. Vado spesso in visita dai miei clienti, in primis perché amo il contatto umano, amo capire con chi sto lavorando ma soprattutto perché è importante confrontarmi per capire dove poter migliorare. So che tutto questo per loro è gratificante, perché di fronte hanno un’azienda pronta al dialogo e pronta a migliorarsi. In base a delle ricerche è uscito fuori che in qualunque settore e realtà operino le donne si confermano un valore aggiunto per le aziende. Le caratteristiche principali che rendono le donne imprenditrici sono tenacia, empatia, decisione e capacità di analisi. Si tratta di elementi fondamentali quando si sceglie di scalare la vetta di un’azienda o di dar vita ad un proprio progetto di business femminile. La mia idea è proprio saper sfruttare queste qualità per poter realizzare qualcosa di soddisfacente, rivolgendo quell’attenzione in più sul domani, sull’evoluzione del mercato e sulla capacità di trovarsi pronte con gli strumenti adatti a soddisfare nel giusto tempo le richieste di mercato. Un’impresa è di successo quando investe mirando a quello che accadrà tra 4-5 anni. Non ha motivo di esistere chi pensa di poter lavorare come si lavora oggi o di come si lavorava fino a due anni fa. Oggi è già tardi. Dobbiamo essere brave a ‘prevedere’ l’evoluzione del mercato che d’altronde già vediamo con i nostri occhi, anno dopo anno”.
EMILIA: “Mi dedico all’azienda con tutto il mio cuore e con i miei collaboratori porto avanti le sfide quotidiane con impegno e coltivando uno ‘spirito di squadra’. Credo molto nell’importanza del ‘fare squadra’ poiché questo è un attivatore di iniziative ed approcci innovativi e nel contempo fortemente integrati. Più che di ‘azienda al femminile’ preferisco parlare di ‘fare impresa’ e, indipendentemente dal sesso, questo richiede le seguenti attitudini: saggezza, lucidità, audacia e fiducia nel futuro”.
MICAELA: “L’esperienza universitaria lontano da casa mi ha aiutata a confrontarmi con diverse realtà legate alla mia attività, penso che ciò mi abbia dato un input a fare meglio. Immagino un’azienda in cui la figura della donna venga considerata anche in quanto moglie e madre, dove la stessa non debba limitare la propria carriera se ha scelto di crearsi anche una famiglia. Ecco, un’impresa al femminile nel futuro, per come la vedo io, sarà in grado di percepire i bisogni di una donna lavoratrice e di fare in modo che finalmente non rinunci più a niente”.