La Corte Costituzionale apre al suicidio assistito. Così stabilisce la decisione della Consulta riguardo alla compatibilità con la Costituzione dell’articolo 580 del Codice Penale, che finora ha punito qualsiasi azione tesa ad agevolare l’estremo gesto di altri con la reclusione fino a 12 anni. I giudici ritengono quindi non punibile ai sensi del detto articolo, a determinate condizioni, “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli“.
La non punibilità è subordinata al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica delle condizioni richieste e delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.
Lo scorso anno la Consulta, a cui la Corte d’Assise di Milano aveva chiesto di valutare la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicido di cui era imputato Marco Cappato per aver aiutato a morire dj Fabo, aveva chiesto al Parlamento di occuparsi della questione nell’arco di tempo di un anno che, però, è trascorso senza risultati in tal senso. Quindi la palla è ritornata ai giudici della Corte Costituzionale che nell’ordinanza 207 del 2018 avevano già lasciato intendere il loro orientamento: “Prospettata incostituzionalità della norma vigente“.
E’ l’avvocato Filomena Gallo, originaria di Teggiano e segretario dell’Associazione Luca Coscioni, a coordinare da oltre due anni il collegio di difesa di Cappato, tesoriere della stessa associazione (nel pool difensivo anche l’avvocato Francesco Di Paola di Sala Consilina, gli avvocati Massimo Rossi, Irene Pellizzone e Giandomenico Caiazza). “Sono commossa e fiera di quanto accaduto – dichiara l’avvocato Gallo raggiunta da Ondanews a margine della pronuncia della Consulta – oggi gli italiani sono un po’ più liberi grazie all’Associazione Luca Coscioni, al coraggio di dj Fabo, di Piergiorgio Welby e grazie alla disobbedienza civile di Marco Cappato. E’ stato per me un onore coordinare la loro difesa. Questa decisione entra nella storia del Paese e sarà un modello. La Corte lascia in piedi il divieto di istigazione e aiuto al suicidio, tranne in casi ben dettagliati che sono sovrapponibili alle condizioni di dj Fabo. Ha dato un ulteriore perimetro riguardo alle tutele. Oggi il processo a Cappato dovrà riprendere per verificare se le condizioni analoghe sono state tutte rispettate, ma sappiamo che tutti quei malati che in questi anni hanno lasciato i propri affetti per andare da soli, in un altro Paese, a scegliere di porre fine alle proprie sofferenze, oggi potranno farlo in Italia. Ma il Parlamento potrà legiferare seguendo tutte le indicazioni che conosceremo nella motivazione che sarà resa pubblica tra circa un mese. Colgo l’occasione per invitare tutti al prossimo Congresso della nostra associazione che si terrà dal 3 al 6 ottobre a Bari. Ci sono tante libertà ancora da conquistare, noi siamo in prima linea“.
– Chiara Di Miele –