Lettera aperta di Filomena Chiappardo, consigliere al Comune di Padula
E’ passato, ormai, un anno e mezzo dall’insediamento della dis-amministrazione Cimino e del tanto sbandierato cambiamento non c’è alcuna traccia. E’ sufficiente andare a rivedere le tappe dell’infuocata campagna elettorale su YouTube o rileggere i post su Facebook sulla pagina della lista “Vota chi ti ascolta” per rendersi immediatamente conto del peso delle parole pronunciate e delle conseguenze che provocano, inevitabilmente, oggi.
Sul palco esplosero la rabbia e l’odio profondo per la realizzazione di “Padula Sistema Museo” (la messa in rete dei Musei del centro storico con la Certosa) e la concessione dei servizi ad Artem, scaturita da un Accordo di Valorizzazione tra Comune e Direzione Regionale Musei Campania (con creazione di relativi 10 posti di lavoro). Questo argomento, con tutto il lavoro svolto dalla sottoscritta in qualità di Assessore alla Cultura (tra cui l’ottenimento del titolo “Città che Legge”- di cui oggi tanto ci si vanta – collaborazioni con numerosi Enti ed Istituzioni, riconoscimento marchio DECO, eventi, concerti, spettacoli, puntuale partecipazione a bandi, la devoluzione della mia indennità di carica tentando di costruire qualcosa di solido in ambiti delicati, ma strategici, per la crescita e lo sviluppo di Padula e, non ultimo, il mio impegno continuo e quotidiano) fu etichettato dalla candidata sindaca Cimino come “nulla”. In piazza, urlando, fui da lei definita “servile Assessore al nulla”.
Fu tirata in ballo anche la mia famiglia in un delirio di onnipotenza incredibile. Di fronte ad una tale violenza verbale, mi sarei aspettata, dopo la vittoria, una nuova visione o, comunque, qualcosa che rompesse con il passato, con il mio nello specifico, tanto aspramente criticato. Fu promessa l’individuazione di un manager che avrebbe rivoluzionato il turismo a Padula, si parlò di rivitalizzazione del centro storico, di nuove attività da realizzare in ogni ambito. Tutto da rifare, insomma.
Ebbene, cari concittadini e concittadine, dopo un anno e mezzo di attesa, il nulla più assoluto. Mi spiego meglio: il 31 gennaio 2023 è arrivata la proroga ad Artem fino al 2024, nessun cambiamento, nemmeno una virgola. Niente di niente di niente. Anzi, consentitemi, si è registrato un peggioramento, ci troviamo oggettivamente di fronte ad una cattiva e sbiadita copia di tutto ciò che era stato costruito con sacrificio e dedizione (ad esempio, che tipo di programmazione culturale e turistica valorizza la Casa Museo Museo Joe Petrosino e il Museo Civico Multimediale?) Nessun commento pubblico sulla proroga, nessuna condivisione ed informazione sulla decisione presa, il silenzio più totale.
Con queste mie parole, non intendo assolutamente elevare a perfezione ciò che stavamo pian piano costruendo, anzi. Chi mi conosce sa bene come ragiono e quanto sia concreto il mio operare. Si trattava di una fase sperimentale volta ad arricchire di contenuti innovativi il nostro patrimonio, ma avevamo posto le basi per parlare di autonomia (ci sono delibere e iniziammo a discuterne seriamente con il Ministero della Cultura) ed immaginare una fondazione, o comunque un nuovo soggetto che prevedesse una forma partecipata di gestione, per dare a Padula la centralità che merita. I numeri dei visitatori ci davano e ci danno ragione: aprire nuovi percorsi di visita (come successo nel caso delle derrate) ha influito molto positivamente sull’attrattività del sito Patrimonio Unesco.
Sembra che invece, ora, sulla Certosa sia scesa una nebbia fitta, un sonno profondo, sono in difficoltà nel trovare le parole giuste per definire la condizione di immobilismo di fronte alla quale ora noi tutti siamo chiamati a riflettere.
Credo sia anche giusto ricordare che l’Assessore Fortunati e la Vicesindaca Di Bianco, in un manifesto del 22.06.2019, si scagliarono con forza contro “la gestione della Certosa e dei servizi museali affidati ad un privato, il trasporto scolastico ad un privato, la mensa scolastica ad un privato, nonostante vi siano locali comunali idonei alla preparazione dei pasti” (sono parole loro). Al momento tutto ciò è prorogato o, comunque, tutto è rimasto uguale a quanto pensato e realizzato da altri.
Non entro nel merito del PNRR, fallimento totale (finanziato 1 progetto su ben 20 misure emanate – era stato anche creato un gruppo di lavoro con Delibera di Giunta-), lo faremo a breve in uno spazio opportuno.
Mi sento di dire che i metodi tanto contestati ai predecessori sono diventati prassi consolidata, ad esempio, sui social: vorrei sottolineare l’utilizzo di nomignoli dispregiativi a discapito di chi contesta decisioni prese dall’alto (vedi il taglio degli alberi a Piazza Trieste e Trento e il tentativo di ridicolizzazione di chi, semplicemente, voleva sottolineare che il procedimento amministrativo era da rivedere, oppure istigare e aggredire verbalmente se e quando si esprime un parere contrario – così come è stato fatto nei miei confronti lo scorso giugno su Facebook).
Di alcuni progetti si sono perse completamente le tracce, fortunatamente (sembra) non del rifacimento del piccolo parco giochi di Via Europa e della segnaletica turistica, entrambi progetti finanziati alla precedente Amministrazione che, forse, stanno per vedere la luce, ma non certo per merito di chi oggi sta alla guida del paese. In fase di realizzazione è anche “Betlemme Smart City”, che ha consentito agli Assessori Di Bianco e Fortunati di volare a Betlemme senza alcuno sforzo, solo quello di prendere l’aereo.
Mi fermo qui. Cari amici ed amiche, avrei tanto da dire perché forte è l’amore che sento per la mia comunità. Spero che tutto ciò che ho cercato di sintetizzare faccia riflettere sul peso delle parole, spero che inizi, già da ora, una nuova fase politica, contraddistinta da lealtà e schiettezza. Spero che gli Amministratori capiscano il senso di quanto scritto, sentano il peso della responsabilità delle loro azioni e mettano in discussione seriamente il loro operato, ad oggi scadente, scarso, mera esecuzione di atti pensati, voluti e realizzati da altri.
E’ il momento di pensare a Padula, non possiamo più rimandare, sono davvero troppe le occasioni perse.