Lettera aperta alla redazione di Franco Iorio
Mancano pochi giorni, parliamone. Perché il 26 maggio già sapremo se è arrivato il momento del rifiuto delle sue politiche, se ancora si crede nei suoi obiettivi, quanti sono gli amici e i nemici, che ne sarà dell’Unione Europea. Sapremo come abbiamo interpretato il famoso “ce lo chiede l’Europa” o di contro “è colpa dell’Europa”. Accettazione, la prima, di vari e ripetuti interventi dolorosi, nemico individuato, l’altra, cui attribuire i problemi sociali insuperati. Sono ventotto i Paesi dell’Unione che potrebbero dissolversi, ridursi al ruolo di comparse nello scenario mondiale, rimanere prede indifese della Cina, degli Stati Uniti e della Russia che non aspettano altro che spartirseli sotto la propria influenza. Certo, corriamo il rischio di rimanere privi di una difesa accettabile, incapaci di poter negoziare accordi di cooperazione e di sicurezza con le tre potenze e anche con quella che sarà la nuova dimensione del continente africano.
Allora occorre riflettere bene ma proprio bene prima di decidere il voto, perché sulla scheda troveremo chi crede che l’Unione rappresenti una potenza importante nel mondo e chi ritiene sia meglio camminare da soli. Magari come ha fatto la Gran Bretagna. La storia corre veloce, sempre più veloce, ma basta riflettere. Certo, avere una sanità che funzioni, una giustizia rapida, una economia sostenibile, un debito pubblico sopportabile, lavoro e prospettive per i giovani: non è l’Europa che ce lo deve chiedere. Dovrebbe bastare il buon senso. Ma se non ci riusciamo o non siamo in grado di farlo, allora ben venga l’Europa a chiedercelo. Siamo, dunque, realisti e vediamo qualche vantaggio che l’UE ci ha dato, visto che in giro ci sono politici che per il proprio tornaconto sparano sul “nemico Europa”. Al primo posto pongo le “libertà fondamentali” così divise:
- Libera circolazione delle persone: riconosce e offre la possibilità a ognuno di stabilirsi in qualsiasi Stato dell’Unione, riconoscendogli pari diritti dei cittadini residenti.
- Libera circolazione delle merci: non esistono dazi doganali tra Stati membri, mentre vengono pagati sulle merci che entrano nel territorio dell’Unione. Non vi sono barriere, il che favorisce il mercato interno e aumenta le possibilità di crescita per gli imprenditori. Per la tutela dei consumatori è stata diramata una conforme normativa valida per tutti, prima inesistente.
- Libera circolazione dei capitali: principio che ha comportato la realizzazione sostanziale del mercato unico, ivi inclusa l’unione monetaria. E’ l’aspetto che ha consentito la circolazione dei lavoratori e la possibilità di risiedere in ogni Paese dell’Unione.
- Libera circolazione dei servizi: la libertà riconosciuta al cittadino europeo di spostarsi in un altro Stato dell’Unione, garantendogli parità di trattamento rispetto ai lavoratori originari di quel paese. Significa tutela dell’uguaglianza e lotta alla discriminazione sul lavoro.
- Unione monetaria e unione bancaria: l’euro è stato uno dei pochi baluardi nella crisi vissuta. Crisi che sarebbe scoppiata anche con la lira, mandando con essa in pezzi l’economia italiana. L’euro consente immediatezza di scambi, stabilità maggiore e superiore crescita, ferma ovviamente la conduzione di politiche corrette e lungimiranti. Non c’è posto per politiche dissennate, debito alle stelle e crescita zero. E’ bene chiarire che proprio l’Euro ci ha salvato.
- I diritti: ci sono principi che presiedono alla tutela dei diritti umani in ogni Stato UE. E’ la Corte di Giustizia che presiede a tali diritti senza sosta e ogni Tribunale è obbligato a uniformarsi ove il diritto nazionale non prevede l’ipotesi. L’UE interviene continuamente e senza che lo si sappia, in materia di diritto alla vita, di uguaglianza, diritti dei minori, sanità, protezione dei consumatori, sicurezza sul lavoro, tutela ambientale.
- Le fondamenta di una pace duratura: l’Ue nasce da una fondamentale intuizione dei suoi padri, tra cui i nostri Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli: la pace tra i popoli passa prima dalla pace tra le economie. Sembra una ovvietà, ma è così. Il grande progetto di pace, di convivenza e di fratellanza mai sperimentato nella storia è vivo e palpitante dietro il mercato e dietro la moneta unica. Allora facciamo in modo che l’Unione rimanga un bunker di diritti sociali e di democrazia e noi uniti per un domani migliore.
– Franco Iorio –