C’è anche un giovane valdianese a documentare, in questi giorni, la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina.
Fausto Romano Maniglia, fotoreporter di Buonabitacolo, si trova ora a Leopoli ed ha deciso di documentare la quotidianità sconvolta di coloro che, nel giro di qualche giorno, si sono ritrovati a scappare dalle loro case e che soffrono lutti, privazioni e traumi.
“Fino a qualche giorno fa – ci racconta – qui c’era un grande affollamento, le prime settimane sono servite a consentire la fuga. Leopoli è tranquilla ma tesa, la guerra qui non si sente ma si vive con timore”.
Fausto è riuscito a centrare l’obiettivo di documentare una quotidianità stravolta dagli eventi: tra i suoi scatti anche quello di una giovane coppia immortalata in un bacio appassionato prima della partenza di lui per il fronte. L’immagine, in poche ore, ha iniziato a circolare sul web. La foto testimonia uno degli amori che la guerra in Ucraina sta separando, coppie che hanno percorso fino ad oggi un pezzo di vita insieme e adesso sono costrette a salutarsi in una stazione.
“Ho seguito quei ragazzi – racconta ancora – sapevo cosa stava per succedere. Fuori dalla stazione c’era confusione, molti partivano per il fronte, altri scappavano. Con molta difficoltà ho raggiunto il binario ma posso dire che per me sono stati 10 minuti di commozione totale, ho pianto, sono scene che noi probabilmente siamo abituati a vedere nei film, ma purtroppo è tutto vero”.
Ieri, invece, il fotoreporter ha documentato i funerali che si sono tenuti per tre membri dell’esercito ucraino: “E’ stato un momento surreale – dice ancora – una sirena di raid aereo ha iniziato a suonare”.
“Il senso dello Stato c’è ed è forte”, ha poi aggiunto in riferimento alla popolazione ucraina che continua la sua resistenza. Ha inoltre aggiunto che “ci sono fotoreporter da tutto il mondo, la maggior parte è al fronte ma io ho pensato di documentare l’aspetto più quotidiano, il corso delle cose che muta velocemente”.
Il fotoreporter, da sempre interessato alle condizioni di disagio umano, ha realizzato in passato il reportage intitolato “Gli invisibili di Belgrado” ed ha documento anche la terribile situazione vissuta nella più grande discarica di rifiuti tecnologici del mondo, ad Agbogbloshie, sobborgo di Accra, in Ghana.