Domenica 26 marzo alle ore 18, presso il Gattapone ad Eboli, sarà presentato l’ultimo libro del giornalista salernitano Lorenzo Peluso, “29 Parole 30 Storie”.
Dialogherà con l’autore Federico Conte, mentre a moderare l’incontro sarà il dottor Umberto Mollica, Presidente dell’associazione Ermice Aps.
Lorenzo Peluso, di Sanza, è giornalista inviato di guerra e dal 2010 ha realizzato reportage e corrispondenze dal Kosovo, dal Libano, dall’Iraq e dall’Afghanistan. Da queste esperienze nascono “As-salamu ‘alaykum. La pace sia con te, con tutti coloro che ogni giorno lavorano per la pace. Diario di un giornalista embedded tra Afghanistan, Kosovo e Libano”, edito nel 2016 da Graus Edizioni; “I giardini di Bagh-e Babur. Dalla sabbia dell’Iraq alle montagne dell’Afghanistan, sulla via per l’Oxiana, le sfumature degli stessi colori”, edito nel 2021 da Graus Edizioni e “Di là dal fiume. Il mio Afghanistan”, edito nel 2021 da Gagliardi.
Questa sua ultima opera “29 Parole 30 Storie”, edito da Gagliardi editore, si allontana per vicende e competenze dalle sue precedenti opere letterarie, sono storie intime e personali legate al territorio; storie di sensazioni, di esperienze e di dignità. Con la prefazione del giornalista del Corriere del Mezzogiorno, Gabriele Bojano, e l’introduzione del docente dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, Ferdinando Longobardi, il nuovo libro di Lorenzo Peluso “analizza e riscopre parole di cui spesso facciamo un uso improprio o di cui a volte non consideriamo l’essenza assoluta del significato”, spiega l’autore, il quale ci invita a riflettere sulle parole quali “essenza del vivere sociale, perché ci offrono l’opportunità del confronto e della condivisione”. Ci invita a non smarrire quelle parole “messe in un cassetto” per l’esigenza di modernizzare il nostro linguaggio e dunque propone di provare a “recuperare la curiosità dell’uso delle parole, per cercare di dare nuova linfa alla comunicazione e per comprendere quanto di bello c’è nel linguaggio”.
Ventinove parole associate a storie di vita e ad avvenimenti a cui l’autore ha assistito nel corso della sua vita sia privata che professionale. E così troviamo, ad esempio, l’omaggio alla immensa dedizione di una madre verso i propri figli nel capitolo dedicato alla parola “Fatica”, oppure la ricostruzione dei fatti che hanno interessato il Tribunale di Sala Consilina, chiuso nel 2013 e accorpato a quello di Lagonegro, nel capitolo intitolato “Enantiosemia”. A queste si aggiungono altre 28 storie, di grande interesse e spessore, da leggere tutte d’un fiato, riscoprendo al contempo la straordinaria bellezza delle parole. Tra queste c’è anche la storia del maestro Franco Mastrogiovanni, narrata nel capitolo “Dignità”, “parola della quale abbiamo del tutto smarrito il significato”, dice l’autore che ha seguito in prima persona, da giornalista, il processo che ne è scaturito e di cui in questo libro ci racconta sensazioni e ricordi di un’esperienza che egli stesso definisce spartiacque nella sua vita professionale.