Due importanti “appuntamenti” giudiziari in programma per il 21 e 22 aprile prossimi.
Martedì, davanti al giudice monocratico del tribunale di Lagonegro, si terrà, infatti, la prima udienza del processo nei confronti di Gianni Paciello, il 22enne che lo scorso 28 settembre ha investito e ucciso davanti al bar New Club 2000 di Silla di Sassano quattro giovanissimi del posto: i fratelli Nicola e Giovanni Femminella, Daniele e Luigi Paciello, quest’ultimo fratello di Gianni.
Il Giudice per le Udienze Preliminari, Claudio Scorza, respinse lo scorso 25 febbraio, sia la richiesta di rito alternativo presentata dagli avvocati Alfonso Giuliano e Gennaro Lavitola, difensori di Gianni Paciello, sia la richiesta di chiamata in causa dell’assicurazione, quest’ultima perché la polizza non era intestata all’imputato.
Gianni Paciello sarà giudicato, quindi, per il reato di omicidio colposo plurimo aggravato.
Presso la Corte di Appello di Potenza, invece, mercoledì 22 aprile, si terrà l’udienza nei confronti del maresciallo dei Carabinieri Giovanni Cunsolo. Il militare era stato processato e poi assolto in primo grado dall’accusa di omicidio preterintenzionale “perchè il fatto non sussiste”.
Secondo l’accusa, portata avanti nel giudizio di primo grado, Cunsolo sarebbe stato il responsabile della morte del 22enne di Buonabitacolo Massimo Casalnuovo.
Il giovane è deceduto la sera del 20 Agosto del 2011 a Buonabitacolo in seguito ai traumi riportati dopo l’impatto con un muretto avvenuto dopo non essersi fermato all’alt dei Carabinieri ad un posto di controllo. Il maresciallo Cunsolo è stato successivamente rinviato a giudizio e assolto il 5 luglio del 2013.
Al termine del processo celebrato con rito abbreviato presso il tribunale di Sala Consilina, si ripercorre nei minimi dettagli tutta la fase investigativa smontando, sulla base degli elementi raccolti, l’accusa principale mossa nei confronti del maresciallo Cunsolo, ossia quella di aver sferrato un calcio al ciclomotore condotto da Massimo Casalnuovo. Nelle motivazioni la dottoressa Enrichetta Cioffi esclude che il maresciallo Cunsolo possa aver dato un calcio al ciclomotore.
– Giovanna Quagliano –