Nella Sala Comunale di Roccagloriosa venerdì 21 dicembre, alle ore 17:00, sarà presentato il completamento dell’allestimento della sezione del “Museo in cammino”, con alcune nuove opere, a cura del professore Francesco Abbate, presidente del Centro Studi sulla Civiltà Artistica dell’Italia Meridionale “Giovanni Previtali”.
Domani un pittore di Roccagloriosa, Franco Bortone, esporrà alcuni suoi interessanti dipinti intitolati “Il seminatore di stelle” in una mostra nel bar Fistelia, sempre a Roccagloriosa, con una breve presentazione del professore Abbate. Sulle pareti della Sala Comunale, si svolge un particolare discorso concettuale che si può sintetizzare con il titolo “La vita, la morte, ma qualcosa mai muore”, e che si snoda attraverso i dipinti di Clara Rezzuti, Franco Bortone, Guglielmo Longobardo e di Giuseppe Massa.
La vita e la morte sono infatti avvenimenti naturali, ma diventano una “forzatura” della natura stessa quando ad essere presi dalla morte sono ignari fanciulli o quando questa è frutto dell’odio e della violenza, la guerra o viene comminata per puro divertimento (travestito da “sport”) come una sorta di tiro a segno su piccoli esseri inermi, questo è il tema del “multiplo” di Clara Rezzuti.
Ma c’è anche qualche valore capace di vincere la stessa morte (e qui compare il simbolo della lucertola) che sono la cultura e la bellezza della natura.
Francesco Abbate, con grande acume e profonda attenzione critica, parlando delle nuove opere esposte, ricorda che “alla lucida, vivida essenzialità dei grandi tabelloni del tiro a segno, delle macchie di sangue e delle piume sparse, evocatrici di queste vittime che non si vedono, in chiaro contrasto, evocativo e simbolico, con le piccole sagome dei tiratori, si accompagna la forte carica espressionistica della figura del generale, costruita con un violento impasto pittorico, la stesura più sottile, sommaria e quasi elegiaca del trittico della ‘Vita e della Morte’, nel quale Franco Bortone pare ispirarsi ai modi stilistici di Cézanne; e infine il suggestivo ‘informale’ dei ‘paesaggi’ di Longobardo e Massa, che potremmo elevare a simboli di un mondo fiorito che appassisce e ‘muore’, come le rose che sfioriscono e cadono dal vaso, nel riquadro centrale del dipinto di Bortone, ma poi in primavera sempre rinasce e rifiorisce”.
In questo caso, è la stessa arte che si rigenera sempre con nuove forme e rinnovati significati che accompagnano l’esistenza di ogni essere umano.
– Miriam Mangieri –