Tre anni di reclusione, revoca della patente di guida, confisca dell’autoveicolo e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
Questa la sentenza emessa dal giudice del Tribunale di Trani nel corso del processo con rito abbreviato a carico di Pantaleo D’Addato, accusato dell’omicidio colposo aggravato della giovane Maria Dorotea Di Sia, morta in seguito allo scontro dell’Audi A6 condotta dall’imputato contro il pilastro di una villa in costruzione a Bisceglie nella notte del 13 maggio del 2014.
D’Addato risultò positivo alla cannabis e alla cocaina e il suo tasso alcolemico dopo gli esami di rito presso l’ospedale di Andria risultò pari a 2,45 grammi per litro (indice di tolleranza pari a 0,80 g/l).
Il giudice si è preso 15 giorni per depositare le motivazioni della sentenza, quindi al momento non si conoscono le aggravanti applicate o le eventuali attenuanti generiche.
“Hanno applicato il minimo – sono le dichiarazioni a caldo dell’avvocato Michele Galiano, difensore della famiglia Di Sia – Non c’è una giusta pena. Quella più giusta sarebbe stata l’impossibilità di conseguire nuovamente la patente di guida“.
Insoddisfazione da parte dei familiari di Maria Dorotea per la sentenza emessa questa mattina a Trani. “Mi aspettavo almeno l’ergastolo della patente. – ha dichiarato Donato Di Sia, padre della ragazza – Quella di oggi è una sentenza che non rende giustizia al danno che ci è stato arrecato“.
– Chiara Di Miele –
- Articoli correlati
13/10/2015 – Processo morte Maria Dorotea Di Sia: il PM chiede 3 anni per Pantaleo D’Addato
14/05/2014 – Incidente stradale in Puglia. Perde la vita Maria Dorotea Di Sia, ex studentessa del Liceo Artistico di Teggiano