Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il pacchetto di depenalizzazioni che riguarda, tra l’altro, la cannabis per uso terapeutico e la guida senza patente. L’intervento si compone di due decreti legislativi.
Chi sarà trovato, per la prima volta, alla guida senza patente o con patente non in regola eviterà il processo penale e pagherà una sanzione tra i 5mila e i 30mila euro: la multa diventa, quindi, più salata di quella attuale, che va da 2.257 a 9.032 euro.
Con la riforma messa a punto dal Ministro della Giustizia Orlando, scatta subito il fermo, la confisca amministrativa del mezzo e, nei casi di contestazione di aggravanti, resta il profilo penale.
Passa da reato ad illecito amministrativo anche la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis, ma solo per i soggetti autorizzati a farlo a fini terapeutici: fuori da questa cornice, coltivare cannabis resta reato.
Come annunciato, non rientra nel testo la depenalizzazione dell’immigrazione clandestina, che sarà trattata in un testo ad hoc.
I due decreti legislativi contengono numerose altre novità, che entreranno subito in vigore. Si parte dall’abolizione di cinque reati -ingiuria, sottrazione di cose comuni, appropriazione di cose smarrite, falsità in scrittura privata, falsità in foglio firmato in bianco – nessuno dei quali prevedeva il carcere.
Per questi reati la persona offesa non dovrà più sporgere querela, ma chiedere al giudice civile il risarcimento del danno. Si va da un minimo di 100 ad un massimo di 12mila euro.
L’effetto sarà anche quello di sfoltire le cause pendenti in tribunale.
Una serie di reati, ora puniti con la sola pena pecuniaria, diventeranno illeciti amministrativi. L’elenco, in questo caso, è più lungo: si va dagli atti osceni all’abuso della credulità popolare, fino all’omesso versamento di ritenute previdenziali non oltre 10mila euro. La sanzione sarà da un minimo di 5mila a un massimo di 30mila euro.
La fedina penale resterà immacolata, ma si dovrà sborsare molto di più rispetto alle vecchie ammende o multe.
Restano fuori dalle depenalizzazioni reati che, pur prevedendo sino ad oggi la sola pena pecuniaria, tutelano interessi importanti in materia di urbanistica, alimenti, ambiente, salute nei luoghi di lavoro, giochi d’azzardo, sicurezza pubblica.
– Filomena Chiappardo –
W MANZONI!
Mario Senatore