Negli oltre 50 giorni di guerra in territorio ucraino i media italiani non hanno mai smesso di condurre programmi di approfondimento, trasmettere immagini di edifici distrutti e gente in fuga, ma il punto di vista della popolazione russa è stato per lo più trascurato. “Vivo a Milano dove lavoro nel campo della moda. Lì mi ha raggiunto mia sorella prima della Fashion week, prima dello scoppio del conflitto – inizia a raccontare Elvira, una donna russa sposata con un uomo di Sanza -. Camminando per le vie della città mia sorella avvertiva il disprezzo delle persone quando scoprivano la nostra provenienza, ma non capivamo il motivo di questa ostilità”.
Nel frattempo, però, i voli da Milano per la Russia stavano subendo ritardi e cancellazioni, quelli diretti venivano soppressi. Una volta tornata a Mosca, la giovane sorella si è sentita rassicurata: “Elvira, ora mi sento tranquilla. Qui tutto procede come sempre”. Passano pochi giorni, il 24 febbraio la Russia invade l’Ucraina.
“Nei giorni precedenti a quel tremendo risveglio circolava qualche voce su un incontro tra NATO e Putin – racconta Elvira -. Confrontandomi con i miei connazionali e con amici ucraini emergevano strani dettagli: una cliente proveniente dall’ovest dell’Ucraina mi diceva che alcuni documenti ufficiali venivano spostati da Kiev a Leopoli, che c’era uno strano movimento militare. Mancava una settimana a quel 24 febbraio”.
Nel clima internazionale dell’alta moda a Milano, con la preparazione delle sfilate che attirano, tra gli altri, i ricchi buyers russi e ucraini, lo sgomento per le notizie che trametteva la tv italiana si faceva spazio: “È pazzesco, non è reale – ricorda di aver pensato in quel momento Elvira -. Nella nostra mentalità russa non si sarebbe mai pensata una cosa del genere: storicamente la Russia è stata attaccata, si è difesa da Napoleone come da altri invasori. Non esiste nella nostra cultura che si inizi un combattimento: l’aiuto, lo scambio e la solidarietà fanno parte del nostro codice culturale, quindi nessuno capiva il perché di questa azione militare”.
Passato lo shock del momento, l’incredulità fa spazio alla ricerca e al confronto di informazioni. Elvira racconta di essersi informata, come gli altri amici ucraini e russi, da media internazionali, da Telegram e mai dalle tv locali perché “trasmettono quello che vogliono farti credere”.
I suoi genitori vivono a Mosca: lì la comunicazione è scarsa. “I miei si informano su internet, da Telegram soprattutto – confessa Elvira -. Seguono giornalisti, storici, politologi che approfondiscono le cause e le ragioni del conflitto. La comunicazione ufficiale del Cremlino è molto lenta: non si hanno notizie in tempo reale, seguite da continui aggiornamenti come accade in Italia; solo qualche lancio sporadico. L’Ucraina invece produce tante fake news. Ad esempio rispetto alla nave russa ferma nel Mar Nero ha diffuso molteplici immagini false”.
La vicinanza culturale tra i due popoli confinanti è confermata da Elvira: “Non si parla di guerra, ma di conflitto perché si tratta di un disaccordo tra la stessa gente, tra fratelli – afferma -. Oggi comprendo e capisco che Putin non aveva altra scelta”. Le ragioni che Elvira, come quasi la maggior parte dei russi riconosce, è che l’Ucraina, compreso il Donbass è “afflitto da barbarie interne perpetrate da un folto gruppo di nazisti – commenta -. La popolazione che lì risiede è felice che Putin sia intervenuto”.
“Ti riporto la storia di un mio collega originario del Donbass – racconta Elvira -. Non torna lì dal 2013 a causa delle tensioni interne e manifesta dall’Italia contro Putin, seguendo l’onda pacifista. Ma la percezione della sua famiglia che vive lì è tutt’altra. I suoi genitori ringraziano la Russia di essere intervenuta e anzi ritengono che l’abbia fatto anche troppo tardi: i nazisti stanno uccidendo bambini”.
“Sono sicura che questo conflitto sia iniziato per sconfiggere i nazisti, sebbene io ritenga che l’attacco di Putin sia una risposta all’America e all’Inghilterra che vogliono escludere la Russia dal mondo – prosegue Elvira -. I politici europei parlano continuamente di guerra, lo facevano ancor prima che si entrasse in conflitto, loro vogliono la guerra. Ormai chi vince vince. Si andrà avanti ancora per un po’ di tempo. Il mondo sta cambiando, Putin vuole equilibrare il potere delle nazioni nel mondo e lo fa ascoltando le esigenze del suo popolo, perciò la Russia deve vincere”.
Infine, Elvira ci lascia un commento sul Presidente dell’Ucraina Zelensky. “Lo consociamo bene, era un attore. Sta facendo nella realtà quello che ha recitato nei film – sostiene -. E’ un narcisista che non pensa affatto al suo popolo. I russi hanno attaccato soggetti militari, invece loro commettono crimini. Nel villaggio dove abita mia nonna, nel centro della Russia, sono arrivati cadaveri decapitati. Poi, gli ucraini ricchi sono andati via dal Paese prima ancora che Putin invadesse. Come mai?”
A concludere la chiacchierata con Elvira una riflessione sul rapporto tra lo Stato italiano e quello russo, sentendosi appartenente a entrambi per ragioni di lavoro e di vita privata. “All’Italia serve la Russia, ma ormai il rapporto è rovinato”.
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