Una storia che va indietro nel tempo di quasi 200 anni quella di Belén, che ha scoperto di avere origini teggianesi grazie alla diffusione del culto di San Cono in America Latina.
Una ricerca partita innanzitutto dalle origini del suo cognome, Aloy, e dalla sua storia. Andando a ritroso negli anni, Belén, che vive in Argentina, ha scoperto che i suoi antenati erano emigrati in Uruguay dall’Italia, partendo proprio da Teggiano, e che nella trascrizione dei documenti qua cosa era cambiato: il cognome originale era D’Aloja (o D’Aloia).
Leggendo un appello di Belén che era alla ricerca delle sue radici, ci siamo impegnati affinché la sua storia venisse ricordata, assumesse un valore e soprattutto per aiutarla a ripercorrere gli anni che le mancano attraverso ricerche di testimonianze sia culturali, quindi della storia del culto di San Cono in America Latina, sia attraverso l’analisi dei registri del Comune di Teggiano. Quest’ultima ricerca, ancora in corso, ha come scopo capire se a Teggiano ci sono in vita persone che discendono dalla stessa famiglia di Belén.
La particolarità di questa storia è che proprio un antenato di Belén, il nonno di suo nonno, alla fine del 1800 portò in Uruguay un’immagine di San Cono da Teggiano.
“Ricordo che anni fa stavo leggendo la storia dell’immagine di San Cono presente a Florida, Uruguay, ma non avrei mai pensato che quello ad averla portata fosse proprio il mio trisavolo – racconta Belén -. A quel tempo non avevo alcuna informazione sulla sua provenienza. Un paio di settimane fa ho iniziato a fare delle ricerche e mi sono ripromessa di non rinunciare a trovare le mie origini. Quel giorno mia mamma, mio papà ed io eravamo seduti davanti al computer e ai certificati dei parenti che avevamo, pensando a cosa avremmo potuto trovare. Sapevamo che le origini potessero essere di Teggiano, quindi abbiamo iniziato a cercare gli atti di nascita pagina per pagina fino al mattino presto. Nel momento in cui stavamo per andare a letto ho sentito che stavo per trovare qualcosa ed è successo: Biaggio D’Aloja (Blas Aloy) nacque a Teggiano il 23 agosto del 1840. Mio padre piangeva quasi di felicità e io non ci potevo credere. Ho trovato in 48 ore qualcosa che in genere richiede mesi se non anni. Eravamo così felici che abbiamo aperto uno champagne per festeggiare, il momento lo meritava!”
Proprio il papà di Belén ricorda che a casa dei suoi nonni vi erano numerose immagini di San Cono: “Mio padre mi ha raccontato che da quando aveva circa sei anni – dice – andava con suo padre a Florida ogni 3 giugno per i festeggiamenti di San Cono e anche a casa sua, a Dolores (Argentina), c’erano immagini votive e suo padre parlava di questo Santo. Infatti il secondo nome di suo zio era Cono”.
Allora per saperne di più della storia di San Cono in Sud America abbiamo chiesto delle fonti storiche a Cono Di Sarli, di Teggiano, esperto del culto.
“Nel 1870 due teggianesi molto devoti a San Cono emigrarono in Uruguay e durante il viaggio fecero un voto a San Cono affinché arrivassero sani e salvi a destinazione: costruire una statua in suo onore – spiega -. I due si stabilirono a Florida. Lì negli anni successivi venne edificata una cappella in onore di San Cono. Nella cappella di San Cono ci sono due immagini storiche del Santo, una venne portata prima in Argentina, da lì fu portata a Montevideo (Uruguay) e successivamente a Florida con un carro. In quegli anni le statue venivano commissionate, quindi sulla base delle tele o comunque delle immagini dei Santi si facevano costruire le statue. La seconda, di oltre 300 anni fa, realizzata in legno, è stata portata da Blas Aloy (Biaggio D’Aloja) a fine 1800”.
A proposito del nome, Belén spiega che furono proprio gli errori di trascrizione durante i viaggi del suo antenato a determinare il suo cognome attuale (Aloy) per il quale ha chiesto la correzione in D’Aloja (o D’Aloia), come d’origine. Oggi il cognome D’Aloja non c’è più, infatti l’utilizzo della “j” si è perso tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, dunque il cognome attuale è D’Aloia.
Biaggio D’Aloja, stando ad alcune testimonianze tramandate negli anni, fu incaricato di portare l’immagine di San Cono in Uruguay, ciò avvenne nel 1883 circa, ma la chiesa non era ancora stata costruita così la tenne a casa sua, finché il 3 giugno 1888 la cappella fu benedetta. I motivi per cui Biaggio venne incaricato di portare l’immagine di San Cono in Uruguay pare siano relativi proprio alla figura portata per la prima volta, infatti la prima statua aveva un aspetto “anziano” rispetto alla reale età del Santo, allora fu deciso di far arrivare direttamente dall’Italia un nuova opera che rappresentasse il Santo nel miglior modo possibile e quanto più fedele all’originale, ovvero con l’aspetto giovane e lo sguardo di beatificazione rivolto verso l’alto.
“Il culto di San Cono in quegli anni ancora non era ‘consolidato’ – sottolinea Cono Di Sarli – infatti quando ci fu una delle prime processioni il popolo di Florida era molto scettico: il Santo veniva deriso, alcuni dicevano che gli italiani portavano il loro ‘muñeco’ (bambolotto) a spasso e si dice addirittura che qualcuno gettò un cane morto sulla gente in segno di protesta. Ma quella notte vi fu una forte scossa di terremoto; sappiamo che tra i miracoli di San Cono vi è proprio la salvezza di Teggiano dal terremoto del 1857, motivo per cui oggi vediamo l’Obelisco in piazza. Dunque, proprio quel terremoto a Florida venne interpretato come un segno divino e la gente che aveva protestato chiese perdono al Santo”.
Da allora ogni anno si riuniscono decine di migliaia di uruguaiani e devoti a San Cono per i festeggiamenti del 3 giugno.
Nel 1888 venne ufficializzata e benedetta la cappella eretta in onore di San Cono e proprio Biaggio divenne il presidente della Commissione. Insieme a lui l’atto venne ufficializzato con la nomina dei membri della commissione: Francesco D’Alto (Francisco Dalto) vicepresidente, Francesco Casella (Francisco), Nicola Morena (Nicolas Moreno), Vincenzo Morello (Vicente Morella) tesoriere, Francesco Pezzani (Francisco Pisani) segretario, Andrea Martinucci (Andrés), Santiago Ferreri e Nicola Casella. Dopodiché tra i membri della Commissione vi era anche Hector D’Aloy, figlio di Biaggio, subentrato dopo la morte del padre nel 1917. L’attuale presidente della cappella è Nicolás Casella.
Il culto è consolidato e negli anni migliaia di uruguaiani si sono recati a Teggiano per conoscere il paese di San Cono. Nel novembre del 1961, poi, l’ambasciatore dell’Uruguay, Julio B. Pons, fece visita a Teggiano per inaugurare un monumento marmoreo raffigurante “La lotta del bene e del male”, realizzato dall’uruguaiano Edmundo Pivati e donato proprio dalla città di Florida al paese in occasione del VII centenario della traslazione delle sacre ossa di San Cono. Il monumento è in piazza San Cono, poco distante dall’obelisco.
“Mio padre è così felice di conoscere le sue origini all’età di 60 anni – conclude Belén – e lo sono anch’io. Ora mi sono prefissata l’obiettivo di venire in Italia per visitare Teggiano e la terra a cui appartenevano i miei antenati”.