“Ho rivolto un’interrogazione al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e ai Ministri, Matteo Salvini e Sergio Costa, per sapere se il Governo Italiano è impegnato a prevenire i rischi di un maremoto che potrebbe avere effetti devastanti sulle coste del Tirreno Meridionale, in particolare per il Golfo di Salerno, il Golfo di Policastro, le coste della Calabria Tirrenica e le coste della Sicilia Settentrionale – ha dichiarato Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia – La presenza del più grande vulcano d’Europa sommerso proprio nelle acque del Tirreno rappresenta una minaccia forte che incombe sulle popolazioni. Non è possibile attendere gli eventi dormendo sonni tranquilli con un mostro che potrebbe generare morte e distruzione in qualsiasi momento. La mia interrogazione è stata depositata già l’11 settembre 2018 ma attende ancora risposta”.
Questo vulcano è stato studiato a partire dal 2005 nell’ambito di progetti strategici del CNR che ha stabilito che il monte si eleva per circa 3.000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno. I fenomeni vulcanici sul monte Marsili sono tuttora attivi e sui fianchi si stanno sviluppando numerosi vulcani satellitari e sono state rilevate tracce di collassi di materiali, i quali potrebbero già aver causato maremoti nelle regioni costiere tirreniche dell’Italia meridionale.
Assieme al Magnaghi, al Vavilov e al Palinuro, il Marsili è inserito tra i vulcani sottomarini pericolosi del mar Tirreno, perché mostra il rischio di un esteso collasso in un unico evento di un crinale del monte. Nel febbraio 2010 la nave Urania del CNR ha rilevato rischi di crolli potenzialmente pericolosi, che testimoniano una notevole instabilità: parte della sommità del Marsili risulta costituita da rocce di bassa densità, fortemente indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale che farebbero prevedere un evento di collasso.
“La nostra ultima ricerca mostra che il vulcano non è strutturalmente solido, le sue pareti sono fragili, la camera magmatica è di dimensioni considerevoli – afferma il sismologo Enzo Boschi, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Il vulcano è attivo e potrebbe entrare in eruzione in qualsiasi momento. Il movimento delle pareti sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Il rischio è reale e di difficile valutazione. Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità“.
Il senatore Iannone chiede se il Governo ritenga necessario attivare, tramite le Prefetture competenti e gli enti locali, ogni iniziativa finalizzata a scongiurare la sciagura di un maremoto, che potrebbe generarsi da un forte evento sismico e da una rilevante frana sottomarina. Inoltre ritiene utile realizzare campagne informative sui territori, dotare il litorale di boe ondametriche, che possano lanciare tempestivamente l’allarme, e prevedere piani di evacuazione nei punti di costa più esposti.
– Ornella Bonomo –