È stata una mattinata all’insegna della cultura e del protagonismo giovanile quella che si è svolta ieri a Castellabate, nell’ambito della manifestazione nazionale “La Domenica nel Borgo”, promossa dal “Club dei borghi più belli d’Italia” per far conoscere i centri storici inclusi nella prestigiosa lista dei luoghi più suggestivi della Penisola.
In questa occasione il Comune di Castellabate e l’Istituto Comprensivo Castellabate hanno realizzato l’iniziativa “Ciceroni per un giorno“, con gli studenti della Scuola Secondaria di I grado che hanno fatto da guide alle autorità civili e ai tanti turisti che sono giunti nel centro medievale.
“Ringrazio gli studenti, le famiglie e i docenti che si sono resi disponibili per questa iniziativa – dice la dirigente scolastica Gina Amoriello – Momenti come questi rappresentano straordinarie occasioni di crescita per i nostri ragazzi e per l’intera comunità. Gli studenti hanno avuto modo di utilizzare sul campo le conoscenze apprese, mettendole a disposizione di chi voleva visitare Castellabate, conoscerne la storia e scoprirne alcuni degli angoli più suggestivi. È la scuola che promuove le competenze e valorizza la voglia di fare dei ragazzi, rendendoli protagonisti della propria formazione e del proprio territorio».
Il percorso di visita animato dagli studenti si è snodato tra il Belvedere di San Costabile, la corte interna del Castello e le sale della mostra archeologica permanente “Mare antico”, la piazza Perrotti, la Basilica pontificia, il Museo di arte sacra. I ragazzi hanno presentato ai turisti non solo la storia del castello e del borgo, ma anche illustrato alcune particolarità paesaggistiche e naturalistiche, come Licosa e il mito delle sirene, l’Area marina protetta con le tartarughe marine e le praterie di Posidonia oceanica, Punta Pagliarolo e la suggestiva leggenda della principessa saracena, Tresino e il villaggio abbandonato. Piazza Perrotti con il suo splendido palazzo è stata l’occasione per ricordare la visita di Gioacchino Murat e la sua celebre frase “Qui non si muore“, che ha offerto lo spunto anche alla gag di una famosa scena del film “Benvenuti al sud“.
Veri scrigni di arte e di storia tutti da scoprire sono stati, inoltre, la Basilica pontificia “Santa Maria de Gulia” e il Museo di arte sacra con i suoi preziosi arredi, paramenti, opere, libri e pergamene. La sosta davanti a Palazzo Matarazzo ha consentito, infine, di ricordare la figura di Francesco Matarazzo che, emigrato da Castellabate, fece fortuna in Brasile divenendo un magnate dell’industria sudamericana.
– Paola Federico –