Chiede risposte alla Procura di Pistoia Flora Spanò, la mamma di Antonio Maria Parisi, il giovane di Padula che perse la vita nel 2017 a Larciano.
Parisi perse la vita per le gravi ferite riportate in seguito ad un incidente stradale. Mamma Flora, i suoi figli e il marito che ormai non c’è più hanno da sempre chiesto a gran voce che fosse fatta chiarezza sulle dinamiche dell’incidente. Ed è proprio la mamma del giovane padulese che, attraverso una missiva alla Procura, ha annunciato lo sciopero della fame chiedendo risposte.
“Il perito Pertini nella sua perizia ha parlato di tre ipotesi: che il veicolo abbia trovato un gradino sulla strada che mio figlio stava percorrendo mentre tornava a casa, un guasto meccanico che non è stato controllato il 25 settembre 2017 ( si trattava di un giovane di 23 anni) ed un guardrail. Mi soffermo sul secondo quesito: l’auto era sotto sequestro, perchè è stata fatta demolire? Da chi è stato dato il permesso? Chi doveva vigilare l’auto? Era l’unica prova” è uno dei quesiti che mamma Flora pone nella missiva rivolta al Giudice.
“A chi potrò rivolgermi per sapere se c’era un guasto meccanico o per analizzare il colore? Questa verità mi è stata negata per 6 anni”.
“Sono in attesa di risposte che diano pace al mio cuore e a quello dei miei figli – chiede la signora Flora nella lettera indirizzata al Giudice di Pistoia – e a mio marito, che non ha pensato a curarsi per cercare la verità. Oggi mi ritrovo senza sostegno, senza marito, senza padre per i miei figli”.
Mamma Flora non vuole assolutamente che si proceda verso l’archiviazione: “Se non avrò risposte inizierò a non nutrirmi, a 72 anni e nel pieno delle mie facoltà mentali”.
Un gesto estremo per dare un segno tangibile perché “non si può far vivere una mamma con ansia nonostante viva il dolore inimmaginabile della perdita di un figlio. Chiederò che non ci sia nessuna archiviazione, nessuno si azzardi con leggerezza ad archiviare un caso senza le giuste indagini”.
“Ho lottato e lotterò da viva e da morta – scrive infine – è un mio diritto per dare dignità a mio figlio Antonio Maria Parisi”.
La mamma chiede che la missiva venga conservata nel fascicolo della Procura perché un giorno “tutti sappiano cosa una mamma ha dovuto fare tra lacrime e dolore” e una risposta entro 30 giorni.
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