Tre medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica sono state consegnate oggi a Potenza a persone catturate dai nazisti dopo l’8 settembre 1943 e deportate nei lager tedeschi.
L’iniziativa giunge all’indomani del Giorno della Memoria. Le medaglie sono andate a Giovanni Cutro, Clemente Montepeloso e Domenico De Franco e sono state consegnate dal Prefetto di Potenza Michele Campanaro. Il Prefetto di Potenza ha consegnato le medaglie ai familiari di tre militari della provincia di Potenza deportati nei lager tedeschi: Giovanni Cutro, catturato e deportato dai tedeschi in un lager nazista in Germania, è rimasto detenuto sino al 19 settembre 1945, Clemente Montepeloso, catturato e deportato dai tedeschi nel campo di concentramento di Bezeichnung sino al 18 aprile 1945; Domenico De Franco, catturato e deportato dai tedeschi nel campo di concentramento di Norimberga sino al 19 luglio 1945. Ad affiancare il Prefetto Campanaro nella consegna delle onorificenze c’erano i Sindaci di Potenza e Maratea.
La manifestazione è proseguita con l’intervento di Simone Carcuro, Presidente dalla Consulta studentesca provinciale, che ha voluto condividere con la platea la storia della Rosa Bianca o Weiße Rose, gruppo di studenti tedeschi poco più che ventenni che dal giugno 1942 al febbraio 1943 misero in campo una resistenza passiva e non violenta al regime nazista tramite la divulgazione di opuscoli tra cittadini tedeschi e che, mentre erano in procinto di divulgare il loro settimo opuscolo, furono uccisi dalla Gestapo.
Le riflessioni conclusive sono state affidate al Prefetto Michele Campanaro che ha voluto ricordare ai più giovani l’importanza del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti e le ragioni della sua istituzione con la legge 211 del 20 luglio 2000.
“Occorre sapere che dietro l’approvazione di questa legge c’è la passione civile di Furio Colombo, intellettuale, giornalista, scrittore e parlamentare – ha ricordato nel suo intervento conclusivo – Le Nazioni Unite hanno adottato la risoluzione 60/7 per istituire il Giorno della Memoria soltanto cinque anni dopo, il 1° novembre 2005. L’Italia è stata, quindi, precorritrice di una rinnovata sensibilità culturale e istituzionale nei confronti della Shoah e della persecuzione italiana dei cittadini ebrei, culminata nell’approvazione all’unanimità da parte di tutte le forze politiche presenti in Parlamento di una legge della Repubblica. La data scelta, quella del 27 gennaio, coincide con il giorno in cui nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania giunsero al campo di Auschwitz e lo liberarono. Non tutti sono, però, a conoscenza che il voto parlamentare e l’individuazione di tale giorno giungono a conclusione di un percorso cominciato anni prima, già nel 1996, all’inizio della XIII legislatura nel corso del quale si doveva decidere su quali eventi fondare la riflessione pubblica della memoria dell’Olocausto. Era emersa, infatti, oltre al 27 gennaio, anche la data del rastrellamento del ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943. Questa proposta nasceva dall’intento di sottolineare la responsabilità anche italiana nello sterminio ebraico. Andando con la memoria storica a quel tragico 16 ottobre 1943 condivido l’importanza di rinnovare il ricordo delle atrocità perpetrate anche in Italia durante gli anni del fascismo e della guerra. Fare memoria vuol dire schierarsi con decisione contro ogni razzismo e ricordare, come ci invitano a fare gli ultimi custodi della Memoria ancora viventi, che il crimine più grande e aberrante di tutti è l’indifferenza”.
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