Si celebra oggi la “Giornata mondiale della Prematurità”, il World Prematurity Day, nata nel 2008 grazie all’iniziativa della Fondazione Europea per la cura dei neonati e dalle organizzazioni europee di genitori partner. Lo scopo di questa giornata mondiale è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide e sul peso della nascita pretermine a livello globale.
Una storia che qualche anno fa ha emozionato tutti è quella che arriva da Vietri di Potenza e riguarda Maria, che oggi ha cinque anni. La piccola nacque all’Ospedale San Carlo di Potenza a 22 settimane e pesava 420 grammi. Era il 13 settembre 2017. I genitori, Eleonora e Giuseppe, non hanno mai perso la speranza e hanno lottato in tutti i modi per salvare la piccola grazie al prezioso lavoro e alla professionalità del reparto di Neonatologia del nosocomio potentino, diretto dalla dottoressa Camilla Gizzi.
Dopo essere venuta alla luce prematuramente, Maria è rimasta in ospedale sei mesi. Ha trascorso più tempo nell’incubatrice che nella pancia della mamma. Dopo mesi di cure, osservazioni ma anche di grandi preoccupazioni per genitori e medici, varcò per la prima volta la porta di quella che è la sua casa a Vietri, dopo le dimissioni dal reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Una volta dimessa, Maria aveva raggiunto i 50 centimetri di altezza e superato i tre chili di peso.
“L’errore più comune – ha dichiarato il papà di Maria, Giuseppe – è pensare che debbano ‘solo crescere’. I neonati che nascono prematuramente presentano infatti una immaturità che, a seconda del grado, comportano una serie di problematiche che possono compromettere gravemente la loro salute. Per questo necessitano di assistenza e di cure dedicate e altamente specializzate”.
“La nascita prematura – ha aggiunto – comporta forti conseguenze psicologiche per i genitori e le famiglie derivanti dal trauma del vivere una brusca interruzione della gravidanza, esperienza totalmente distante dal comune immaginario. Non lasciamoli soli a vivere tutto questo, sensibilizziamo il mondo dando voce alla prematurità e alle famiglie interessate”.
In quei difficili mesi al San Carlo, importante è stato il lavoro e supporto dei medici, della dottoressa Rossella Lapolla, delle associazioni Cucciolo Onlus e Colazione da Tiffany e di tutto il personale di Neonatologia, Ostetricia e Ginecologia.
Ogni anno al mondo, 15 milioni di bambini (poco più di 1 ogni 10) nascono prematuri, cioè prima delle 37 settimane di età gestazionale. Quello di Maria è un rarissimo caso, un importante successo per il San Carlo (il primo caso simile in assoluto) e una grande gioia per genitori e familiari, ma anche per l’intera comunità.
La piccola Maria oggi sta bene. E il suo se non è un miracolo, poco ci manca.