Il 20 giugno è la giornata mondiale del rifugiato, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000 e da allora celebrata in tutto il Mondo.
Quest’anno la ricorrenza si colloca al centro di una crisi allarmante che anima dibattiti politi e civili dell’intera Nazione e dell’Europa. Numerose le manifestazioni organizzate in tutta Italia per la giornata del rifugiato e anche Caggiano ha voluto dare il suo contributo con un incontro di calcio tra i rifugiati del centro SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che hanno battuto la rappresentanza dei giovani di Caggiano. La partita è finita in parità e l’esito conclusivo è stato assegnato dai calci di rigore.
“Da qualche anno Caggiano ospita rifugiati provenienti da vari Paesi dilaniati dalle guerre e dalla fame e al momento sono presenti 21 ragazzi scappati da Bangladesh, Afghanistan, Mali, Eritrea e Pakistan – racconta Giovanni Grippo presidente della GOPI, associazione che presta volontariato presso le strutture che ospitano i rifugiati – Questi ragazzi dopo i sei mesi di affido alla rete SPRAR ottengono i documenti (permesso di soggiorno, carta di identità, passaporto) per inserirsi nel mondo del lavoro o emigrare in paesi europei”.
“A livello territoriale gli enti locali raggruppati dal sistema SPRAR garantiscono interventi di accoglienza integrata che non solo assicura vitto e alloggio ai rifugiati, – aggiunge il vicesindaco di Caggiano Modesto Lamattina – ma provvede anche al sostegno psicologico ed alla integrazione con la realtà locale attraverso misure di informazione, assistenza e orientamento, corsi di lingua italiana e inglese per poter facilitare il loro percorso futuro”.
Particolarmente significativo il messaggio di Papa Francesco per questa giornata commemorativa : “La Chiesa senza frontiere, madre di tutti, diffonde nel mondo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare. Oggi tutto questo assume un significato particolare. Infatti, in un’epoca di così vaste migrazioni, un gran numero di persone lascia i luoghi d’origine e intraprende il rischioso viaggio della speranza con un bagaglio pieno di desideri e di paure, alla ricerca di condizioni di vita più umane”.
– Rosanna Raimondo –