
“L’inverno è appena finito ma la siccità stringe già d’assedio l’Italia con la situazione più grave ancora una volta nelle regioni del Sud, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Sardegna alla Basilicata, rendendo sempre più urgente la realizzazione di un piano invasi, con un cambio di passo nelle politiche delle risorse idriche”.
E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti diffuso in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra oggi.
Dalle analisi emerge che la situazione più grave si registra in Puglia alle prese con una crisi idrica senza precedenti ma è allarme anche in Sardegna. “In Basilicata da settimane la coda d’inverno si sta rivelando particolarmente mite, tanto da aggravare la situazione degli invasi. Nel confronto con il 2024 il deficit idrico è risalito a quasi 100 milioni di metri cubi. In particolare la provincia di Potenza – spiega Coldiretti – sta affrontando una grave carenza d’acqua che sta mettendo in ginocchio il settore agricolo locale. La situazione più grave si registra nel lavellese, dove gli agricoltori sono bloccati ancora sulla possibilità di prenotare o meno le piantine di pomodoro da trapiantare. Nel materano le precipitazioni invernali non sono state copiose quanto si sperava. La carenza di acqua lungo i corsi fluviali mette in allarme gli allevamenti animali. Alla luce di tutto ciò la Coldiretti della Basilicata ha ottenuto un tavolo permanente con le autorità regionali in cui si affronteranno le situazioni urgenti e contemporaneamente quelle di medio e lungo periodo, tenendo sotto controllo la situazione delle precipitazioni”.
Nonostante le piogge invernali l’emergenza siccità continua anche in Sicilia, soprattutto nel versante orientale dell’isola.
“Il timore degli agricoltori è di vivere una nuova emergenza, peggiore di quella dello scorso anno con danni per 9 miliardi di euro nelle campagne italiane. Da qui l’urgenza di avviare un piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici. Oggi l’acqua piovana va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare. In questo modo perdiamo per sempre dell’acqua dolce che invece potrebbe rivelarsi utile in momenti di siccità” continua.
Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto per la realizzazione di un sistema di bacini di accumulo con sistema di pompaggio che consentirebbe di garantire riserve idriche nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti.
“L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in tale ottica – conclude Coldiretti – il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un’opera di manutenzione”.