“In Italia, ma anche in Basilicata, nella lotta alla mafia non siamo all’anno zero. Ma una cosa è certa, c’è ancora tanto da fare”.
Sono le parole di don Marcello Cozzi, Presidente della Fondazione nazionale antiusura “Interesse uomo” e Vicepresidente nazionale di “Libera contro le Mafie”. Lui, insieme al senatore Arnaldo Lomuti e al Viceprefetto di Potenza Ester Fedullo, è stato ospite della “Giornata della Legalità” a Vietri di Potenza.
Parole forti, fermate spesso dagli applausi dei bambini e cittadini presenti, ai piedi di uno dei quattro giganti murales sulla legalità che l’amministrazione comunale di Vietri di Potenza ha voluto realizzare nel corso degli ultimi tre anni. Insieme al sindaco, Christian Giordano, all’Amministrazione comunale, associazioni, alunni e docenti, si è parlato di legalità, a trent’anni dalla strage di Capaci. “Sicuramente in questo Paese è cambiato tanto in questi trent’anni – ha affermato don Cozzi – Non siamo all’anno zero della lotta alla mafia. Manifestazioni come quella di Vietri si sono sempre moltiplicate e sono importanti. Una reazione della società civile, delle scuole, della Chiesa, c’è stata. C’è sicuramente da fare ancora di più e molto altro”.
E in Basilicata? “Se andiamo a vedere cosa sta accadendo nel Metapontino, possiamo dire che non siamo nemmeno qui all’anno zero – ha aggiunto – Siamo lontani dai tempi quando in Basilicata si negava dell’esistenza di un metodo mafioso. Dobbiamo stare molto attenti. Sul territorio lucano una reazione c’è a questi fenomeni, basta vedere cosa succede in positivo nel Metapontino con la reazione da parte della gente. C’è bisogno certamente di un investimento culturale, sociale e politico in più per contrastare ogni tipo di mafia. Dobbiamo ancora lavorare molto in questo Paese. Dopo 30 anni di sensibilizzazione, di percorsi nelle scuole, dobbiamo chiederci perché l’Italia è diventata una dei Paesi più corrotti al mondo. E’ importante fare iniziative come questa a Vietri”.
Don Marcello negli anni è stato contattato da decine di boss che hanno voluto dialogare con lui. Ad esempio, Giovanni Brusca, con cui ha dialogato, e tantissimi altri di spicco. Ha sempre detto di non giustificarli, ma di ascoltarli. “Se per noi la mafia è quella manovalanza volgare, criminale, che ha messo bombe e tritolo 30 anni fa, ma che ha fatto stragi, allora possiamo dire che noi, lo Stato, abbiamo vinto la lotta, perché quelle organizzazioni e gli autori sono stati decapitati e assicurati alla giustizia. Ma la mafia, come diceva Falcone, va ricercata nelle stanze, nei palazzi, dove entra in giacca e cravatta”.
Presente a Vietri anche Arnaldo Lomuti, senatore, Vicepresidente della II Commissione Permanente Giustizia al Senato: “E’ importante parlare di legalità – ha sottolineato – Etica e legalità devono andare avanti di pari passo. E’ bello condividere questa giornata con le istituzioni e le scuole. E’ importante esprimere il concetto di etica, da applicare ad ogni cosa che si fa. Ai ragazzi bisogna insegnare di fare sempre il bene, non per il proprio interesse. Le cose bisogna farle con etica, anche così si sconfigge la mafia. Questo dico ai bambini, ai più piccoli. Bisogna seguire sempre la propria coscienza e operare nella legalità. Quanto fatto qui a Vietri dall’Amministrazione, con questo progetto sulla legalità, è la giusta strada”.
Dopo un incontro fatto ai piedi del murales di Falcone e Borsellino, il sindaco Christian Giordano, con Padre Tommaso Luongo, ha inaugurato l’albero della Legalità nei pressi della Chiesa della Santissima Annunziata. Il primo cittadino poi, insieme agli alunni, ha accompagnato gli ospiti per fare il tour dei murales, insieme all’artista Antonino Perrotta. Visitati i quattro murales del progetto “I muri della legalità”: il primo su una parete di circa 170 metri quadri nei pressi del campo sportivo e ritrae una bambina mentre annaffia la sua terra, simbolo del rispetto dell’ambiente, il secondo, “Freedom”, un augurio per tutti i giovani, un messaggio di speranza e di forza verso il futuro, ritrae un colibrì che vola libero, il terzo è “Happiless” (realizzato da Riccardo Buonafede) e rappresenta l’influenza che il denaro ha sulle persone, mentre l’ultimo, realizzato di recente da Antonino Perrotta, è la gigantografia di Falcone e Borsellino, si chiama “Siamo vivi” ed è stato dipinto sulla parete dell’Istituto Comprensivo.