Il 5 febbraio di ogni anno ricorre la “Giornata contro lo spreco alimentare”, celebrata per la prima volta nel 2014, ideata ed istituita dalla campagna Spreco Zero e dall’Università di Bologna. Tagliare lo spreco alimentare per ridurre l’impatto ambientale e tenere sotto controllo l’aumento della temperatura del Pianeta è un obiettivo ambizioso inserito nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il fine è dimezzare lo spreco alimentare pro capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo tutta la filiera. Un traguardo che può essere raggiunto solo attraverso l’impegno di tutti gli attori del settore e degli stessi consumatori.
I numeri lasciano pochi margini d’interpretazione: il 53% dello spreco alimentare in Europa avviene proprio entro le mura domestiche, il 17% in fase di distribuzione e vendita al dettaglio e il 19% durante la lavorazione.
“Tagliando gli sprechi alimentari delle famiglie italiane – si legge nell’analisi di Coldiretti – sarebbe possibile imbandire adeguatamente la tavola dei circa 3,2 milioni di poveri che in Italia con l’emergenza Covid sono costretti a chiedere aiuto per il cibo con pacchi alimentari o pasti gratuiti in mensa o nelle proprie case”.
Secondo l’analisi Coldiretti su dati Waste Watcher International, in media nella spazzatura degli italiani finiscono quasi 31 kg all’anno di prodotti alimentari, circa il 15% in più rispetto allo scorso anno per un valore complessivo di quasi 7,4 miliardi euro.
“Uno scandalo in una situazione in cui più dell’8% di tutta la popolazione italiana – sottolinea Coldiretti – rischia la povertà alimentare nei prossimi mesi, avendo budget risicati per cui la fiammata inflazionista è sufficiente per metterli in difficoltà nel garantirsi i pasti sempre e comunque”.
Oltre a chi toccherà la povertà, l’incertezza economica porterà il 17,4% degli italiani a limitarsi solo alle spese necessarie per paura di non farcela. “Se da un lato si segnala la ripresa degli sprechi dall’altro si registra anche l’aumento delle iniziative di solidarietà alimentare per dare una seconda vita al cibo avanzato, – commenta Coldiretti – dalla mobilitazione solidale della filiera alimentare fino alla spesa sospesa nei mercati di Campagna Amica attraverso la quale sono stati raccolti e distribuiti ai più poveri ben oltre 6 milioni di kg di cibi e bevande dall’inizio della pandemia”.