La visita dell’europarlamentare Gianni Pittella sabato scorso a Sala Consilina, in occasione della campagna referendaria per il Sì alla riforma costituzionale, ha scatenato una serie di polemiche che non accennano a placarsi.
Oltre alla protesta di alcuni cittadini che hanno manifestato il proprio dissenso nel corso dell’incontro, continua a tenere banco la questione relativa alla presenza del logo del Comune di Sala Consilina sulla locandina che ha pubblicizzato l’evento politico. Il consigliere di minoranza Giuseppe Colucci ha chiesto dunque chiarimenti al sindaco Francesco Cavallone in merito a questa e ad una serie di altre questioni tramite un’interrogazione a risposta scritta, esprimendo dubbi circa la regolarità della manifestazione e il conseguente utilizzo di beni comunali.
“L’incontro è stato organizzato dal partito politico, visto che nel manifesto non vi è il simbolo di alcun partito oppure dall’Amministrazione Comunale a favore del partito politico che promuove il voto per il referendum costituzionale? – chiede Colucci – Vi è una richiesta ufficiale protocollata al Comune da parte del partito politico intervenuto alla manifestazione, come previsto dall’art. 4 del Regolamento Comunale per la concessione di contributi?“.
E ancora Colucci chiede “quali spese dirette e indirette sono state sostenute, a qualsiasi titolo, sia per l’uso dell’Aula Magna delle scuole elementari sia per l’organizzazione della manifestazione” e “perché non è stato espresso il parere di regolarità contabile” nel caso le spese stesse siano state sostenute dal Comune di Sala Consilina.
“Se qualsiasi amministratore vuole fare campagna elettorale, è libero di farlo al di fuori del ruolo istituzionale, e con i mezzi e gli strumenti del proprio partito e non con i mezzi pubblici” attacca il consigliere di opposizione, puntando il dito anche contro Pittella che, come sottolinea Colucci, “nulla ha fatto per il Tribunale di Sala Consilina“.
“Si è offesa la dignità delle Comunità di Sala Consilina e del Vallo di Diano tutto, – conclude – che sono state già ferite nel proprio diritto di giustizia e defraudate della struttura più importante per tutto il territorio, di cui soltanto ora tutti cominciamo ad avvertirne la mancanza“.
– Chiara Di Miele –
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