Il Partito Democratico di Eboli è intervenuto in merito alla gestione dell’attuale situazione della pandemia da Covid-19. In particolare fa riferimento ai dati relativi ai contagi e al Centro Operativo Comunale non ancora attivato e chiede perciò una maggiore organizzazione, anche per l’effettuazione di tamponi e vaccini, a chi di competenza.
“Il posto dove si ‘gioca’ il controllo della pandemia è la comunità. Nell’interesse di tutti e per la tutela dei diritti fondamentali – dicono dal PD ebolitano– ognuno dovrebbe fare la sua parte ed agire con responsabilità e buon senso, in uno sforzo collettivo di impegno e collaborazione. Prima tra tutti, dovrebbe essere la classe dirigente ad affrontare l’emergenza dando l’esempio, agendo con trasparenza e capacità, favorendo la circolazione delle notizie e dei dati ufficiali e, soprattutto, costruendo reti istituzionali diverse e di diverso livello (ad esempio Asl, Forze dell’Ordine, associazioni di volontariato, protezione civili, eccetera) improntate alla massima collaborazione, quanto più leale possibile”.
“È il sindaco la massima autorità sanitaria sul territorio – continuano -. Numerosi i suoi poteri, le sue prerogative, gli strumenti a sua disposizione, come le sue responsabilità. Ci stupisce perciò leggere di richieste tardivamente avanzate dall’Amministrazione per conoscere i dati relativi ai contagi e di un incontro fissato solo oggi, a settimane dall’impennata dei contagi, con i responsabili degli hub vaccinali. A fronte di un dato epidemiologico tanto allarmante, con un Centro Operativo Comunale non attivato, con assembramenti impressionanti nelle vie del centro cittadino fuori dai centri vaccinali e davanti a farmacie e laboratori, nell’assenza di informazioni relative alle iniziative legate al ritorno a scuola in sicurezza dei nostri figli tra soli quattro giorni, queste iniziative denunciano intempestività ed inefficacia delle azioni. Queste azioni ci raccontano anche di un colpevole, per chi ne è al vertice, cortocircuito comunicativo e operativo tra i vari soggetti a cui è affidata la gestione di un momento tanto delicato e complesso per la collettività, in nome del quale parrebbe che la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra in un clima di caos e disorganizzazione che, inevitabilmente, genera paura. E, cosa ancor più grave, queste azioni ci restituiscono la sensazione che, di fronte al comprensibile malessere dei cittadini, si tenti di nascondere gli errori con lo scaricabarile e del puntar il dito sempre contro altri diversi da sé, sport tanto diffuso in politica quanto odioso”.
In conclusione aggiungono: “Nell’esprimere un pubblico plauso a chi lavorando instancabilmente con spirito di servizio e sacrificio ha realizzato una pratica di eccellenza nella medicina del territorio, come tra gli altri ha fatto il Dipartimento di Prevenzione Collettiva, ci auguriamo che la collaborazione tra le istituzioni sia massima, così come il rigore, l’affidabilità, la trasparenza, la solerzia e l’efficienza di chi le guida. È noto che prendersi la responsabilità, del resto, è il segno maggiormente distintivo di una leadership. Significa non solo rispondere di ciò che si fa (e non si fa) ma anche far sì che ciò che deve essere fatto venga fatto. La posta in gioco è altissima ed è per questo che la responsabilità, quella vera, non può rimbalzare di qua e di là. Nessuno escluso”.