La Guardia di Finanza di Salerno ha individuato, nel comune di Pontecagnano, due immobili che si rifornivano di corrente elettrica attraverso allacci abusivi alla rete pubblica. All’interno di uno di questi, in più, veniva esercitata l’attività di prostituzione.
I Finanzieri, con la collaborazione dei tecnici specializzati della società di gestione della rete intervenuti sul posto, hanno riscontrato la flagranza dei furti di energia elettrica, realizzati attraverso un sofisticato quanto pericoloso sistema di by-pass che consentiva di utilizzare l’elettricità senza che ne fosse rilevato il consumo dai relativi contatori.
I militari hanno accertato che l’impianto abusivo era potenzialmente letale, in quanto realizzato con una rischiosissima operazione di allaccio diretto alla rete esterna principale, sia sotterranea che aerea, nelle immediate vicinanze di due proprietà private: la prima, un’area verde di circa 1000 metri quadri, ben attrezzata e con vista mare, fornita di piscina e forno a legna, utilizzata dalla proprietaria per i soggiorni estivi del proprio nucleo familiare; la seconda, invece, una palazzina a due piani, di proprietà di un professionista salernitano, utilizzata da un pluripregiudicato, residente a Salerno, anche con precedenti specifici.
All’interno dello stabile sono stati identificati 6 occupanti, tutti extracomunitari (3 donne colombiane e 3 rumeni, tra cui una donna), e le successive operazioni di perquisizione hanno consentito ai Finanzieri di ritrovare, all’interno delle stanze utilizzate per le prestazioni sessuali, oltre a numerosi accessori erotici e sex toys, una gran quantità di preservativi, indizi inequivocabili dell’attività che veniva effettuata.
Tali elementi hanno portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria del professionista e del pregiudicato per furto aggravato di energia elettrica e favoreggiamento della prostituzione; per la proprietaria dell’area attrezzata con piscina è scattata la denuncia per il solo reato di furto aggravato di energia elettrica. Tutti rischiano pene fino a 10 anni di reclusione.
– Paola Federico –