Un’importante operazione è stata messa a segno questa mattina dalla Compagnia dei Carabinieri di Agropoli che, in collaborazione con i militari delle Compagnie del Comando Provinciale di Salerno, ha dato esecuzione a 7 decreti di fermo per furto aggravato in concorso, emesso dalla Procura della Repubblica, nei confronti di 7 stranieri di nazionalità marocchina ritenuti responsabili di circa 80 furti, commessi tra il mese di dicembre 2017 e febbraio 2019.
Un’attività investigativa partita già nel 2017 in seguito ad una serie di azioni predatorie consumate nei comuni di Castellabate e Montecorice.
“Date le modalità di esecuzione, nonché la natura dei proventi, tra i quali attrezzature agricole, utensili da lavoro, elettrodomestici ed olio di oliva – ha dichiarato il Procuratore Capo di Vallo Della Lucania Antonio Ricci – si comprendeva che i reati erano commessi dalla stessa mano, anche perchè i diverse occasioni nella stessa notte ne venivano commessi diversi“.
In alcune circostanze i malfattori, per poter trasportare la refurtiva, si servivano anche di alcune auto rubate, successivamente ritrovate nelle zone urbane di “Santa Cecilia” o “Corno d’Oro”, comprese nella giurisdizione del comune di Eboli.
Tutte le attività investigative, di controllo e di pedinamento, fatte dai militari della Compagnia cilentana, hanno fatto emergere una rete criminale che da una parte depredava una vastissima zona a Sud della provincia di Salerno e dell’alta Basilicata e dall’altra ricettava nel territorio vesuviano i proventi dei furti. Nello specifico i territori interessati sono Albanella, Auletta, Buccino, Capaccio Paestum, Casal Velino, Castellabate, Felitto, Giffoni Valle Piana, Laureana Cilento, Montecorice, Oliveto Citra, Perdifumo, Polla, Pollica, Roccadaspide, Rivello, San Mauro Cilento, Sant’angelo del Lombardi, Sicignano degli Alburni e Tramutola. I reati venivano dunque commessi da sette extracomunitari residenti nei comuni di Roccadaspide, Eboli, Pontecagnano e Battipaglia che successivamente cedevano la refurtiva a tre malfattori residenti nell’hinterland vesuviano che avevano il compito di “piazzare” la refurtiva.
Nel corso degli accertamenti sono emerse altre figure il cui ruolo era quello di prelevare gli extracomunitari al ritorno dalle azioni predatorie, ovvero recuperarli quando, scoperti dalle Forze dell’Ordine, si davano alla fuga. gli extracomunitari non disprezzavano la violenza, tanto che in un’occasione, nel corso di un raid nel comune di Casal Velino, vistisi scoperti, non esitavano ad aggredire un Sottufficiale dei Carabinieri intervenuto sul posto; la loro inclinazione all’aggressività veniva confermata, inoltre, dal fatto che in alcune circostanze erano state rubate anche delle armi.
Le maggiori difficoltà riscontrate dalle Forze dell’Ordine hanno riguardato l’identificazione degli stranieri, che erano soliti utilizzare numeri telefonici intestati ad altri utenti.
“Questa attività è stata molto importante per l’intera provincia di Salerno – ha dichiarato il Colonnello Antonino Neosi – È necessario che ci sia un’attività preventiva che può essere realizzata con la presenza dell’Arma dei Carabinieri sul posto, ma è necessaria anche una collaborazione da parte dei cittadini attraverso le denunce in modo tale che noi possiamo sviluppare degli elementi in maniera sinergica sotto la direzione dell’autorità Giudiziaria“.
Quasi tutta la refurtiva, tra cui autocarri, escavatori, automobili, prodotti caseari, utensileria varia, attrezzatura agricola e armi, dopo esser stata recuperata, è stata riconosciuta dai legittimi proprietari e restituita.
– Maria Emilia Cobucci –