La Regione Basilicata si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario, che inizierà il prossimo 28 ottobre, nei confronti di un dirigente dell’Eni accusato di disastro ambientale per lo sversamento di greggio dai serbatoi dell’impianto del Centro Olio Val d’Agri.
“Questa è la risposta più semplice e lineare alle polemiche strumentali dei giorni scorsi. Fatte da chi poteva fare e, invece, è stato a guardare”, commenta il Presidente della Regione, Vito Bardi.
Nello scorso mese di aprile, dopo una complessa attività investigativa disposta dalla Procura della Repubblica di Potenza, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del dirigente dell’Eni all’epoca dei fatti responsabile del Centro Oli di Viggiano.
Le indagini hanno preso il via nel gennaio 2017, in coincidenza con il rilevamento di un copioso recapito di idrocarburi nel depuratore dell’area industriale di Viggiano, nei pressi del Centro Oli. I militari nel febbraio 2017 individuarono, lungo il perimetro esterno del Centro Olio, un pozzetto nel quale defluivano acque miste ad idrocarburi del tutto simili a quelle ritrovate nel depuratore. Ulteriori accertamenti chiarirono che gli idrocarburi dispersi dal Centro Oli si erano insinuati nella rete fognaria consortile attraverso le crepe e il deflusso contaminava il reticolo idrografico della Val d’Agri non distante dall’invaso del Pertusillo.
– Chiara Di Miele –
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