Dal 2018 la redazione di Ondanews segue da vicino la storia di Veronica Barilaro, 25enne di Teggiano che dal 2012 al 2015 ha subito, fisicamente e moralmente, la violenza del compagno di sua madre e l’indifferenza di quest’ultima nei confronti della sofferenza provata dalla giovane. Calci, pugni e ginocchiate quotidiani, conseguenti lesioni al naso e alla mandibola, all’orecchio, al labbro che ancora porta le cicatrici e all’occhio destro, da cui Veronica non vede più a causa dei continui traumi.
Proprio questo pomeriggio Veronica è stata operata all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano dove ha subito l’enucleazione dell’occhio che in seguito verrà sostituito da una protesi uguale a quello sinistro. La giovane teggianese dovrà sottoporsi successivamente ad altri interventi per riacquistare la completa funzionalità anche delle labbra e dell’orecchio ferito.
Ad operarla l’équipe del professor Aldo Bruno Giannì, noto chirurgo maxillo-facciale, esperto di traumatologia facciale e Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale e di Odontostomatologia presso la Fondazione Ca’ Granda IRCCS-Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Veronica è stata amorevolmente accompagnata a Milano dal papà Maurizio e dalla sua compagna. Fu proprio il papà nel 2016 a portare in salvo la ragazza che, approfittando della fuga per latitanza del suo aguzzino e della madre, chiamò il 112 per chiedere aiuto ai Carabinieri e grazie a loro riuscì a ritornare nel Vallo di Diano per riabbracciare la sua famiglia.
Drammatico e umanamente inaccettabile il periodo in cui Veronica ha vissuto insieme alla madre, Giuseppina Galdi, e al compagno di lei, Salvatore Bifulco, imputati, a vario titolo, dei reati di maltrattamenti contro familiari conviventi con l’aggravante di aver agito per motivi abietti o futili adoperando sevizie e agendo con crudeltà, omissione di soccorso, sequestro di persona e lesioni personali gravi. Il processo contro i due si sta avviando verso la conclusione presso il Tribunale di Lagonegro e Veronica si è costituita parte civile insieme al padre e al fratello.
Intanto cerca di porre rimedio alle cicatrici, fisiche e morali, che purtroppo le ricordano costantemente quanto è stata costretta a sopportare. L’intervento chirurgico di questo pomeriggio, particolarmente delicato e complesso, è un primo passo verso una nuova vita ma non potrà cancellare la brutalità vissuta durante quei tre anni in cui, invece di essere spensierata come tutte le sue coetanee, veniva segregata in casa e resa vittima di una violenza che non può e non deve rimanere impunita.
“Ci preme ringraziare il professor Giannì e la sua équipe per la professionalità e la cura con cui si sono occupati della nostra cara Veronica in sala operatoria e in reparto” affermano il papà e il fratello di Veronica.
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