E’ stato assolto con formula piena don Antonio Marrese, di Picerno, ex vice Rettore del Santuario di Pompei e Cappellano Militare della 46^ Brigata Aerea di Pisa.
Don Antonio, nell’aprile del 2016, venne coinvolto e travolto da un procedimento penale con le accuse di calunnia, molestie, atti persecutori, ricettazione, peculato, abuso di ufficio e concussione, per fatti contestati in Toscana dove esercitava. Il Collegio Penale del Tribunale di Massa Carrara, presieduto dal giudice Augusto Lama, ha letto oggi il dispositivo di sentenza con la formula dell’assoluzione piena nei confronti del sacerdote.
Ricordiamo che tutto partì dalla denuncia di alcuni militari che accusavano don Antonio. Quest’ultimo, nel corso degli anni, si è sempre dichiarato estraneo a tutti i fatti contestati. Durante il procedimento penale il sacerdote è stato difeso dagli avvocati Ciruzzi, Persiani, Cervone e Benedetti e sono stati ascoltati numerosi testimoni. Questione non secondaria, le persone individuate dall’accusa, rappresentata dal PM Elena Marcheschi, quali presunte persone offese, non si sono costituite parte civile.
La vicenda, che fece non poco clamore a livello nazionale, portò alla decisione da parte di Papa Francesco di dimettere dallo stato clericale don Antonio. Nel corso degli anni il sacerdote ha sempre sostenuto di “credere nella Magistratura e nell’eccellente professionalità dei legali”.
“Sono stati anni molto difficili caratterizzati – ha dichiarato don Antonio a Ondanews – da false notizie, accuse infamanti, e tante chiacchiere, ma finalmente oggi mi viene ridata dignità. Ho sempre creduto che la Magistratura avrebbe ristabilito la verità su questa triste vicenda. Non è stato semplice andare avanti in certi momenti. Quando ci si trova nel bel mezzo della bufera, travolti, si fa fatica anche a respirare, ma grazie a Dio poi arriva un po’ di calma e pian piano si riprende. Mi dispiace – ha aggiunto – che alcuni, pur conoscendomi bene, hanno dubitato e si sono allontanati, proprio nel tempo in cui avevo bisogno di sostegno. Allo stesso tempo ringrazio i tantissimi che mi sono stati accanto, credendo in me, difendendomi e accompagnandomi in questo cammino difficile. Non ho rancore verso nessuno, nemmeno verso chi ha provocato e ha contribuito a tanto dolore, dico solo che per il bene di tutti si poteva evitare, attraverso il dialogo e la chiarezza”.
Ora il sogno del sacerdote è quello di ricevere una grazia dal Papa, visto anche l’esito del procedimento penale conclusosi con l’assoluzione e la totale estraneità. “Il sogno – ha concluso – è quello di riavere ciò che di più prezioso, bello e alto vi è sulla terra, celebrare l’Eucarestia per e con il popolo santo di Dio. A Papa Francesco ripeto la mia assoluta devozione e chiedo si possa rivedere la decisione assunta nei miei confronti”.
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