Concorso in corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbativa d’asta e del procedimento di scelta del contraente in una gara per la pubblica illuminazione di Capaccio Paestum. E’ quanto contestato a Franco Alfieri, Presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio a cui ieri è stato notificato un decreto di perquisizione e sequestro a firma del pm Di Vico.
I Finanzieri del Gruppo di Eboli e del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Salerno hanno perquisito lo studio professionale di Alfieri e gli uffici nelle sedi del Comune e della Provincia portando via della documentazione.
Insieme al Presidente della Provincia, come riporta “La Città”, sono indagati a vario titolo il rappresentante legale e l’intermediario di una società a cui è stato affidato l’appalto di Capaccio, una parente del sindaco, titolare di un’altra società di impianti, un funzionario del Comune di Capaccio e un membro dello staff di Alfieri.
Ieri mattina le Fiamme Gialle sono state anche nelle abitazioni degli indagati e nell’Ufficio Tecnico Comunale di Battipaglia dato che i fatti su cui stanno indagando gli inquirenti si sarebbero verificati sia a Capaccio che a Battipaglia, ma parrebbe ad insaputa degli amministratori battipagliesi.
Le indagini hanno preso il via dal subappalto di parte dei lavori di riqualificazione della pubblica illuminazione di Battipaglia aggiudicati per 2,5 milioni di euro alla società di cui sono indagati il rappresentante legale e l’intermediario. Il 31 luglio l’impresa ha ottenuto l’autorizzazione a commissionare una parte di quegli interventi per 231mila euro alla società di impianti della parente di Alfieri. Nella stessa srl sono soci i fratelli di Alfieri, la figlia e la nipote che al momento non risultano però indagati.
Per gli inquirenti il subappalto sarebbe simile ad “un corrispettivo illecito strumentalmente concesso al fine di conseguire l’aggiudicazione dei lavori a Capaccio Paestum“. Inoltre secondo la Procura la procedura sarebbe “connotata da una serie di rilevanti anomalie“.
“Appare assolutamente singolare – scrive il pm – che a fronte d’una base d’asta dall’importo considerevole solo un’impresa, tra le dieci invitate, abbia presentato la propria offerta, specie se è la stessa che, pochi giorni prima dell’indizione della gara, ha concesso in subappalto alla società riconducibile alla famiglia del sindaco di Capaccio Paestum lavori per centinaia di migliaia d’euro“.
Intanto ieri pomeriggio Franco Alfieri ufficialmente ha fatto sapere di nutrire fiducia negli inquirenti, affermando: “Cielo sereno non teme tempesta“.
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