Un fondo regionale per aiutare i Consorzi di Bonifica a pagare i debiti pregressi e far ritornare gli Enti nell’ordinaria amministrazione delle loro funzioni. La proposta arriva da Ciro Marino, segretario generale della Uila Uil Salerno, e Clemente Di Rosa, segretario regionale della Filbi, sindacato di settore della Uila Uil che raggruppa lavoratori dipendenti di questi Enti. I due rappresentanti delle parti sociali, prendendo spunto dall’esempio della Regione Puglia, chiedono al Governo di Palazzo Santa Lucia un impegno concreto per i Consorzi attivi in Campania ed in particolare nel Salernitano.
“L’aspetto focalizzante è proprio il risanamento finanziario che non può prescindere dal loro buon funzionamento, proprio per non essere considerati ‘enti inutili da abolire’. I Consorzi sono indispensabili. Si immagini che se non ci fossero il Centro Direzionale di Napoli finirebbe risucchiato dall’acqua – spiegano Marino e Di Rosa – Solo nella nostra provincia ci sono cinque Enti (Sarno, Destra Sele, Paestum, Velia e Vallo di Diano e Tanagro) e servono tanto ad irrigare quanto a proteggere i territori. In questi anni ne abbiamo viste davvero di tutte i colori: da chi non ha i soldi per pagare l’affrancatura delle notifiche dei verbali, a chi trasgredisce la legge, ai Consorzi che non hanno liquidità per provvedere alla manutenzione dei propri mezzi“.
Per Marino e Di Rosa, dunque, la politica deve far ritornare i Consorzi alla loro funzione originaria. “Noi siamo disponibili come abbiamo fatto con la Forestazione ad assumerci le nostre responsabilità, ma si deve puntare sulla tutela del territorio. Al momento i Consorzi sono impossibilitati a lavorare perché si fa fronte ai debiti del passato, che aumentano inevitabilmente se non c’è un discorso vero sul come andare avanti – continuano i sindacalisti – La gente intanto continua a pagare le bollette senza però ricevere un servizio adeguato. Ecco perché la Regione deve discutere di una riforma che crei un fondo che dia la possibilità a Palazzo Santa Lucia di estinguere i debiti dei Consorzi e rientrare dell’operazione attraverso un piano di rientro a tasso zero da applicare a ogni singolo Ente. Forse qualcuno se lo dimentica, ma i Consorzi si occupano di fornire l’acqua agli agricoltori, ma anche a bonificare i territori attraverso canali, invasi, traverse e dighe e diversi impianti. Chi li gestisce in questo momento non può fare altro che evitare che i debiti aumentino, senza attuare un cronoprogramma serio e reale. Questo accresce solo il sentimento populista alla vigilia dell’ennesimo inverno freddo e che si preannuncia difficile per il comparto agricolo“.
“Dei Consorzi funzionanti farebbero bene a tutto il comparto agroalimentare – affermano Marino e De Rosa – Vedere qualche terreno non allagato per via di una manutenzione efficiente sarebbe un messaggio positivo. Ma questi Enti vanno messi in condizione di lavorare. Quando un dipendente chiede in banca anche solo un finanziamento di poche migliaia di euro è un problema in quanto dipendente di Enti che non pagano regolarmente. Allo stato attuale, dunque, i Consorzi della Regione Campania non riusciranno mai ad accedere direttamente ad alcuna formula di mutuo come previsto dai disegni di legge in discussione. Palazzo Santa Lucia non riesce a risanare con fondi propri il pregresso per cui dovrebbe, congiuntamente ai Consorzi, procedere alla richiesta di mutuo e probabilmente solo con tale modalità si troverà qualche Istituito disposto ad erogare un finanziamento per tale scopo. Se non si appronta un vero risanamento finanziario saranno destinati al fallimento“.
– Paola Federico –