Si è tenuto questa mattina a Salerno un focus sulle Fonderie Pisano nel corso del quale è stata lanciata per sabato 26 febbraio alle ore 10.00, presso il Cinema Teatro San Demetrio, un’assemblea pubblica rivolta ai cittadini per chiedere con forza la chiusura di una fabbrica che, come ritiene il presidente dell’Associazione “Salute e Vita” Lorenzo Forte, “non può, non deve e non ha i presupposti per continuare a produrre nel quartiere Fratte“. Nella conferenza stampa, a cui hanno partecipato anche il deputato Nicola Provenza e i consiglieri del Comune di Salerno Claudia Pecoraro e Catello Lambiase e alla quale ha aderito anche la consigliera Elisabetta Barone, l’associazione ha messo in evidenza le contraddizioni ad oggi esistenti in questa annosa vicenda e le più recenti perplessità. “Un imprenditore serio e perbene – dice Forte – se avesse soltanto il dubbio di causare un danno ai propri dipendenti ed ai suoi concittadini, non dovrebbe fermarsi in attesa delle verifiche della Magistratura e degli Enti preposti? Invece la replica dei Pisano, dopo il servizio del programma Le Iene andato in onda lo scorso 9 febbraio, è stata un susseguirsi di parole che ci indignano profondamente. Leggere che per loro si tratta di fatti verificatisi oltre dieci anni fa, parlando dei decessi a cui fanno riferimento le perizie dei CTU – Consulenti Tecnici d’Ufficio – su richiesta del gip Alfonso Scermino, significa affermare che si tratta di reati sì commessi, ma in passato. Di morti ‘di dieci anni fa’: dunque, una sorta di autoassoluzione perché riguarderebbe solo il passato”.
L’associazione sottolinea che nel tavolo tecnico che, a marzo 2021, il sindaco Vincenzo Napoli ha tenuto negli uffici della Regione insieme a Fulvio Bonavitacola, alla presenza dell’amministratore delegato delle fonderie, Ciro Pisano, “è stata una vera e propria farsa di campagna elettorale sui nostri morti. Dichiararono infatti che, entro sei mesi, lo stabilimento avrebbe avuto le necessarie autorizzazioni, ovvero la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e che entro due anni si sarebbero accesi i motori del nuovo stabilimento di Buccino. Una speculazione pari a quella di Vincenzo De Luca, che a maggio 2020, per la sua campagna elettorale regionale, dichiarò che la sua ‘sensazione era che le fonderie non dovevano essere aperte’, perché stava aspettando i risultati dello Studio SPES (quando in realtà lo studio era nelle sue mani già da gennaio di quell’anno). Noi oggi scopriamo, e rendiamo pubblico, che è stato fatto uno show mediatico sulla nostra pelle: come si evince dalla risposta alla nostra richiesta di accesso agli atti, la Giunta della Campania, Direzione Generale – Staff Tecnico Amministrativo Valutazioni Ambientali, lo scorso 29 dicembre ci comunica ch ead oggi non sono in atto procedimenti volti ad ottenere il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale per tale attività industriale. Dai primi di marzo 2021 al 29 dicembre dello stesso anno, dunque quasi dieci mesi dopo, nulla è stato fatto. Quei sei mesi al massimo che sarebbero dovuti servire per avere le necessarie autorizzazioni, non sono mai partiti: non vi è alcun progetto per avviare la richiesta di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. Ancora una volta, nonostante lo stabilimento di Fratte abbia creato dei danni irreparabili alla vita ed all’ambiente e sia ‘vetusto ed assolutamente incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserito’, a distanza di quasi un anno, la famiglia Pisano sembra stia facendo l’ennesimo bluff su una delocalizzazione che non è avvenuta e non avverrà mai. Perché non hanno fatto le richieste necessarie per poter creare uno stabilimento nuovo a Buccino? Il nostro dubbio, che in cuor nostro è un’amara certezza, è che non c’è volontà di chiudere il mostro di Fratte e di trasferirsi con un impianto nuovo altrove“.
Forte invita tutti coloro che hanno a cuore la salute propria e quella dei propri cari, le associazioni, gli studenti ed i comitati ambientalisti, le forze politiche all’incontro pubblico di sabato 26 febbraio organizzato per definire insieme le iniziative da intraprendere, “al fine di costringere il sindaco di Salerno ed, in subordine, il Presidente della Regione Campania, a fare quello che è il loro dovere: un’ordinanza contingibile ed urgente di chiusura immediata dello stabilimento di Fratte, perché l’inquinamento presente è stato già ampiamente dimostrato nello Studio SPES, che ha fotografato il disastro ambientale della Valle dell’Irno che ha come epicentro le Fonderie Pisano. Insieme possiamo dare giustizia alla memoria delle tante vittime che non solo l’inquinamento, ma anche e soprattutto il silenzio della politica (Comune e Regione) e degli organi preposti al controllo (ASL ed ARPAC) ha mietuto in questi decenni. Insieme dobbiamo difendere la nostra salute e tornare a respirare aria pulita“.